lunedì 24 novembre 2008

Non è mai abbastanza

Le immigrate cinesi che camuffano l'attività di meretricio con quella di massaggiatrici rischiano, oltre all'espulsione - se irregolari -, di essere denunciate per esercizio abusivo della professione medica.
E' quello che, il 13 novembre, a Bergamo, è accaduto ad una cittadina cinese, che pubblicizzava i propri servizi come massaggiatrice terapeutica.

Fonte: L'Eco di Bergamo

giovedì 6 novembre 2008

Questione di pubblica decenza

Anche il Comune di Milano ha emesso un'ordinanza che mette al bando la prostituzione in strada. Ne riporto il contenuto qui di seguito:

IL SINDACO

RILEVATO
  • che all’ampia diffusione della prostituzione su strada conseguono situazioni di disturbo della quiete pubblica, di offesa alla pubblica decenza, frequentemente spinta all’oscenità, di degrado igienico e urbano, che compromettono le condizioni di normale vivibilità dei luoghi interessati e provocano, a danno dei residenti, esasperate e continue tensioni;

VERIFICATO
  • che il fenomeno della prostituzione su strada rappresenta un messaggio pubblico diseducativo perché offre un’immagine alterata delle relazioni personali e di annullamento della dignità e libertà dell’essere umano, che ingenera nella collettività un senso di disagio e scadimento dei valori sociali;
  • spesso, le prestazioni sessuali vengono poste in essere trascurando le più elementari norme igieniche e di precauzione, costituendo potenziale rischio per il diffondersi di malattie infettive con grave pericolo per l’integrità fisica delle persone coinvolte e, più in generale, per la salute pubblica;
  • la prostituzione su strada comporta anche un’illecita occupazione del suolo o del demanio pubblico, sottraendolo di fatto al normale utilizzo da parte di altri cittadini;

CONSTATATO
  • che la presenza di soggetti dediti alla prostituzione su strada costituisce indubbia curiosità e richiamo per coloro che intendono usufruire di tali prestazioni ed è la causa che li induce a fermarsi ed intrattenersi, creando situazioni di ostacolo ed intralcio alla libera circolazione degli altri;
  • i soggetti che si apprestano ad usufruire delle prestazioni delle esercenti attività di meretricio su strada sono, spesso, indotti ad un’imprudente condotta di guida, costituita da arresti improvvisi, manovre repentine e/o fermate prolungate che genera situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica e per la sicurezza urbana;
RITENUTO
  • indispensabile, quindi, adottare provvedimenti per prevenire e contrastare l’ampio fenomeno della prostituzione su strada e del grave pregiudizio alla pubblica decenza, al fine di garantire una maggiore sicurezza alla viabilità ed il libero utilizzo degli spazi pubblici;
  • necessario monitorare tali condotte, che spesso interessano anche minori, per intervenire, ove necessario, con idonee misure sociali per contrastare l’insorgenza di fenomeni criminosi dediti allo sfruttamento quando non di vera e propria riduzione in schiavitù; (...)

ORDINA
  1. è fatto divieto di esercitare con qualunque modalità e comportamento, nei luoghi pubblici, spazi aperti o visibili al pubblico, attività di meretricio;
  2. è fatto divieto di contrattare, di concordare prestazioni sessuali su tutto il territorio comunale con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o, che per il loro atteggiamento, abbigliamento e modalità di approccio manifestino l’intenzione di esercitare prestazioni sessuali;
  3. è fatto divieto ai conducenti di veicoli, su tutto il territorio comunale, di effettuare fermate, anche di breve durata, di accostarsi, di eseguire manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale, al fine di richiedere informazioni, contrattare, concordare prestazioni sessuali con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o, che per il loro atteggiamento, abbigliamento e modalità di approccio manifestino l’intenzione di esercitare prestazioni sessuali;
  4. è fatto divieto di intrattenersi sul demanio pubblico, su spazi aperti al pubblico o visibili al pubblico del territorio comunale, con persone dedite alla prostituzione;
  5. è fatto divieto di porre in essere atti sessuali sul demanio pubblico, su spazi aperti al pubblico o visibili al pubblico del territorio comunale.
(...) fatta salva l’applicazione di altre norme preordinate al contrasto di illeciti penali, chiunque violi i disposti della presente ordinanza è soggetto all’applicazione della sanzione amministrativa prevista per legge sino ad un massimo di € 500,00 (...)

Attendiamo con ansia un'ordinanza del sindaco che bandisca anche tutte le pubblicità con donne discinte e vieti alle donne di recarsi in minigonna in discoteca... non si sa mai si possa pensare che abbia "l'intenzione di esercitare prestazioni sessuali" con qualche bel ragazzo. Ci auguriamo inoltre una pronta conferma da parte della scienza che all'interno degli appartamenti - dove invece la prostituzione non è illegale - le malattie sessualmente trasmissibili non si prendono.

Crimine organizzato in Veneto

Undici persone denunciate a San Donà di Piave (VE), con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione e favoreggiamento della permanenza di clandestini. Un italiano e dieci cinesi, fra cui una donna gestivano il traffico illecito attraverso una serie di appartamenti, che affittavano per adibirli all'incontro con i clienti. Altre due persone sono state arrestate per non aver ottemperato all'obbligo di lasciare il paese.

Fonte: Corriere della Sera

Abortire in Paolo Sarpi

Ormai ci ha fatto l’abitudine. Nello studio medico di Enzo Giudice in via Niccolini, nel cuore della Chinatown milanese, è un via vai di ragazze cinesi che ripetono la stessa domanda: «Scusi, quanto costa abortire?». Donne poco più che ventenni, minorenni accompagnate dalla madre, regolari, clandestine, prostitute disposte a pagare qualsiasi cifra. «Abortire in realtà non costa nulla. Bisogna recarsi in ospedale con il certificato del medico, mettersi in coda e attendere il ricovero», spiega Giudice, medico di famiglia convenzionato con l’Asl. Ma non è questa la risposta che molte di loro si aspettano. «Vorrebbero abortire qui, subito, e tornare a lavorare come se nulla fosse - continua il medico -. Io naturalmente non posso accontentarle. Per prima cosa cerco di capire qual è il loro vero nome, poi procedo il test di gravidanza e, se è positivo, l'ecografia. Poi, se sono veramente convinte, stilo il certificato con i risultati degli esami e le indirizzo all’ospedale. Di principio non sono favorevole all’aborto, ma in questi casi è l’unico modo per sottrarre le donne alle pratiche clandestine».
Pratiche che in zona Paolo Sarpi, dove vivono 20mila cinesi, tra regolari, 15mila, e clandestini, 5mila,sono all’ordine del giorno. «A volte arrivano ragazze con emorragie e dolori all’addome. Dicono di essere cadute dalle scale o di avere un ciclo mestruale abbondante. Poi dall’ecografia scopro che hanno avuto un aborto clandestino e chiamo subito l’ambulanza». Non ci sono stime certe, ma secondo mediatori culturali, medici e investigatori in città si praticano dai cinque ai dieci aborti clandestini al giorno. «È un problema culturale. In Cina il ginecologo è una macchina per aborti - spiega Wwen, la sua assistente di origine cinese -. Chi abita in campagna può avere fino a due figli, ma in città è consentito un solo figlio maschio per problemi di sovraffollamento. Dopo il primo, ti mettono la spirale o ti tagliano le tube dell’utero per non farti rimanere incinta una seconda volta. Se questo “accidentalmente” dovesse accadere, la famiglia è costretta a pagare una multa proporzionale al reddito, altrimenti lo Stato ti obbliga ad abortire, anche all’ottavo mese. I medici ti iniettano un acido nell’addome e il feto muore sul colpo».

E adesso quei «medici» si stanno trasferendo qui da noi, nella Chinatown milanese, il supermercato degli aborti clandestini. Vengono ragazze incinte da tutta Italia, Piemonte, Lazio, Sicilia. I cinesi ne hanno fatto un business. Si va dai finti erboristi che vendono pillole abortive ai ginecologi cinesi, spesso impostori, che asportano il feto in ambulatorio con strumenti non sterilizzati e, per limitare le infezioni, imbottiscono le pazienti con bombe antibiotiche in endovena. Trovarli è facile. Basta girare nei pressi delle erboristerie cinesi e tenere d’occhio chi entra ed esce dai portoni. Spesso fuori c’è persino la fila. «Chiedono dai 400 agli 800 euro fino al terzo mese di gravidanza. Dopo il terzo anche mille euro. Guadagneranno intorno ai 20mila euro al mese, quando al loro Paese ne prendono al massimo cinquecento - continua il medico -. Per loro è facile. Si fanno pubblicità sui giornali cinesi. “Aborto con farmaco” recitano gli annunci. E sotto è indicato l’indirizzo del ginecologo». Perché allora non denunciarli? «Non servirebbe. Tutti sanno dove sono, anche la polizia. E infatti molti hanno dovuto chiudere, anche se solo temporaneamente. Appena uno di loro viene scoperto, scatta la denuncia per abuso della professione. Gli sequestrano tutto e lo intimano a presentarsi in questura per ritirare la lettera di espatrio e lasciare l'Italia». Peccato che in questura non si presenti mai nessuno: «Con quello che guadagnano qui, a espatriare non ci pensano nemmeno. Aspettano qualche giorno e riaprono l'attività da un'altra parte».

Fonte: Il Giornale

Case d'appuntamento al Sud

Tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre sono state scoperte nel Sud d'Italia numerose case a luci rosse gravitanti attorno i circuiti prostitutivi cinesi.

A Mercogliano, in provincia di Napoli, una donna cinese di 34 anni, arrivata in Italia da 2 mesi, è stata denunciata dai vicini di casa. La donna racconta di essere stata spinta a immigrare in Italia da alcune sue compaesane che le avevano assicurato che avrebbe trovato un lavoro; dopo essere giunta a Roma con un volo di linea, era stata trasferita da alcuni connazionali a Napoli e poi a Mercogliano. L'appartamento in cui lavorava era affittato da un cittadino cinese regolare residente a Napoli. Gli elementi in possesso portano a pensare che l'organizzazione sia più ampia.

Anche a Brindisi i vicini di un appartamento a luci rosse hanno portato al fermo di due cinesi. Delle due, una, clandestina, era appena arrivata a Brindisi, mentre l'altra, regolare, era intestataria del contratto d'affitto.

Infine, a Benevento, le forze dell'ordine hanno sequestrato un appartamento preso in affitto da un cittadino cinese appena 3 settimane prima dell'irruzione. All'interno, due clandestine cinesi, di 32 e 36 anni. La prima è risultata già titolare di un decreto di espulsione emesso a Palermo in occasione di analoghi controlli; la seconda, invece, non era mai stata fermata. Durante le indagini è emerso che era stato proprio l'affittuario del locale a condurre le donne a Benevento e ad organizzare l'attività.

Fonti: Corriere del Mezzogiorno, Brundisium.it, 82cento.it


lunedì 27 ottobre 2008

Clandestina o prostituta?

Spesso si fa confusione tra il reato di clandestinità e quello di prostituzione, che nemmeno esiste...

A Valdobbiadene una donna cinese di 48 anni, Li Yog, è stata denunciata per prostituzione: riceveva i suoi clienti in casa. Sulla donna già gravava un decreto di espulsione emesso dalla questura di Bolzano nel 1997, in quanto non in possesso di permesso di soggiorno. I carabinieri per qualche settimana hanno portato avanti le indagini, appostandosi in borghese sotto l'appartamento della cinese, dove si assisteva a un continuo via vai di uomini. Poi, la scorsa settimana, hanno deciso di intervenire e hanno fatto irruzione nell'abitazione della donna, proprio quando riceveva un cliente. Le indagini però non sono ancora concluse: si sta cercando di scoprire il titolare dell'appartamento per valutare se possa esserci l'ipotesi di un traffico di prostitute più ampio.


Fonte: OggiTreviso.it

sabato 25 ottobre 2008

Nemmeno gli appartamenti sono più sicuri

Sigilli ad una casa d'appuntamento a Terni, dove la polizia ha fatto irruzione scoprendo al suo interno una giovane cittadina cinese che utilizzava l'appartamento per prostituirsi. A lei gli agenti della squadra mobile sono risaliti nell'ambito di una attività di monitoraggio di abitazioni occupate nel centro ternano da extracomunitari. In particolare, alcuni abitanti di via Giandimartalo da Vitalone avevano segnalato alla polizia un continuo via vai di uomini che entravano e uscivano dall'appartamento occupato dalla giovane cinese. Quindi il blitz ha portato ad accertare che l'abitazione era stata messa a disposizione della donna da una sua connazionale, residente fuori Terni e indagata per agevolazione e sfruttamento della prostituzione. Indagini sono in corso per appurare se l'indagata risulta locataria di altri appartamenti in altre città del centro Italia, svolgendo così il ruolo di prestanome per case di appuntamento analoghe a quella ternana.

Fonte: AGI

mercoledì 22 ottobre 2008

Le tecniche di un criminale

Le forze dell'ordine di Caserta hanno arrestato un cittadino cinese che, sotto falso nome, stipulava contratti di affitto per la locazione di abitazioni utilizzate per l’esercizio del meretricio e, attraverso società pubblicitarie, inseriva annunci erotici su quotidiani e periodici.

L'indagine è partita da due appartameni a luci rosse scoperti a Caserta e San Nicola la Strada. Le donne che lavoravano negli appartamenti non hanno fornito alcuna informazione per verificare l’esistenza di possibili favoreggiatori e sfruttatori.

Il nome fornito per le richieste di inserzione degli annunci e per i contratti di locazione hanno condotto ad una stessa persona di nazionalità cinese, la quale si è rivelata essere un onesto ed ignaro imprenditore di Milano, in Italia da diversi anni con regolare carta di soggiorno, il quale rivelava che da tempo gli venivano recapitate bollette dell’Enel e di forniture idriche relative ad appartamenti ubicati in diverse province italiane dove, peraltro, non era mai stato.

Il falso locatario, alias Chen Yang, 38enne, è stato arrestato mentre si recava a ritirare l'ennesimo contratto d'affitto dalla proprietaria di una casa in via Arena. Le accuse sono di falsa attestazione della propria identità e di inosservanza di un ordine di allontanamento emesso nell’aprile del 2006 dal questore di Prato.

L’arrestato aveva locato appartamenti e locali a Milano, Sondrio, Arezzo, Pordenone e Caserta. Gli investigatori non escludono che dietro all’attività dell’arrestato via sia una più vasta organizzazione criminale che opera sull’intero territorio nazionale.

Fonti: Interno 18, Caserta Sette



mercoledì 15 ottobre 2008

Lungo le strade

Giunge notizia di una retata della polizia messinese a seguito della quale sono state identificate due donne cinesi che si prostituivano in strada (nella zona delle vie La Farina, Maddalena e Del Vespro). A Messina sia le prostitute, sia i clienti vengono colpiti da multe di 490 euro.

Sempre negli stessi giorni l'associazione On the Road emette i dati raccolti durante le uscite in strada lungo la Bonifica del Tronto e dichiara di essere entrata in contatto con 24 donne cinesi.

Nel centro di Milano, nella zona di viale Abruzzi, le cinesi che lavoravano di notte sono quasi tutte scomparse dopo l'estate. Di giorno, invece, la presenza sembra essere costante, pur se contenuta. Non è stato rilevato uno spostamento di questa utenza verso la periferia.

Fonte: Nettuno Press, Il Resto del Carlino

venerdì 10 ottobre 2008

Bologna: arresti nei circuiti criminali

Sfruttamento della prostituzione ed estorsione. Con queste accuse gli agenti della Squadra Mobile di Bologna hanno arrestato otto cittadini cinese, sette dei quali clandestini. Le indagini hanno appurato che cinque di loro, Yunfang Zheng, 33 anni, Shui Qian Chen, di 34, Wufeng Bai, di 36, Dong Mei Huang di 37, ed il fratello Qiulin Huang, di 38, gestivano sei case d'appuntamento in zona Bolognina.


Giornalmente ogni appartamento fruttava circa 600 euro al giorno. Il 60% dei ricavi andava agli sfruttatori, che si occupavano degli annunci sui giornali e degli alloggi, mentre il restante 40% andava alle ragazze che chiedevano 60 euro a prestazioni. Le prostitute ricevano i primi clienti dalle 7 mattino. Il primo, per scaramanzia, non doveva pagare. Nelle maglie delle forze dell'ordine sono finiti anche altri tre cinesi, due dei quali giunti da Brescia, che volevano aprire una casa d'appuntamento sotto le Due Torri. Si tratta del 35enneYongchang Hu, che in precedenza aveva collaborato con il altri cinque connazionali, e di Liangmin Cai, di 27 anni, e Lili Hu, di 28. Tra le due organizzazione è scoppiata una sorta di guerra, con minacce ed estorsioni. Ad evitare lo scontro è stata la Polizia.

Fonte: RomagnaOggi.it



giovedì 9 ottobre 2008

Aumentano le nigeriane

Boom di sbarchi al femminile (oltre 2.400 nel 2008 contro i 650 dello stesso periodo del 2007) sulle coste italiane. E, tra le immigrate irregolari, primeggiano le nigeriane (1.128 fino al 15 settembre, erano 166 nel 2007). Un dato che fa scattare l'allarme tratta. È quanto segnala l'Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, che, per il secondo anno consecutivo, e' tra i patrocinatori di "O'Scia'", l'evento organizzato da Claudio Baglioni dal 24 al 27 settembre nelle isole di Lampedusa e Linosa proprio per sensibilizzare sui temi dell'immigrazione.

"Il numero di ragazze nigeriane giunte sull'isola nel 2008 e' aumentato in modo esponenziale", spiega Peter Schatzer, capo missione dell'Oim di Roma. In generele, spiega, l'Oim ha "registrato una forte, e allarmante, crescita di presenza femminile". Oltre 2400 donne sbarcate nel 2008, contro le circa 650 arrivate l'anno scorso. Ma "il dato particolarmente evidente riguarda le donne spesso giovani provenienti dalla Nigeria: fino al 15 settembre di quest'anno ne sono arrivate 1.128, contro le sole 166 del 2007. Si tratta di numeri troppo alti per essere casuali- afferma Schatzer- temiamo, infatti, sulla base delle interviste effettuate dai nostri operatori al centro, che un tale flusso nasconda un vasto fenomeno di tratta di esseri umani". Per questo l'Oim ha "attirato l'attenzione della magistratura" sul fenomeno. "Ci auguriamo- conclude il capo missione- che in un contesto cosi' drammatico e complesso, "O'Scia'" riesca, con la sua opera di sensibilizzazione, ad attirare ancora una volta l'attenzione dell'opinione pubblica".

Fonte: Redattore Sociale

Queste notizie combaciano con quello che si riscontra lungo le strade dell'hinterland milanese. Nelle ultime settimane, subito dopo l'estate, si è verificato un aumento delle ragazze nigeriane, spesso molto giovani, lungo la Paullese e la Rivoltana. I luoghi della prostituzione sono sempre gli stessi, non ci sono nuove "colonizzazioni"; questo fa pensare che i circuiti criminali siano sempre gli stessi.

mercoledì 8 ottobre 2008

Modena: cinesi sfruttano coreana

E' stato denunciato un gruppo di quattro cinesi che gestiva una casa di appuntamenti a Sassuolo (MO). Nell'appartamento lavorava una donna coreana di 35 anni, irregolare in Italia. L'immobile era lo stesso dove l'anno scorso è stato arrestato un clandestino per spaccio di stupefacenti, ma stranamente la proprietaria dell'immobile risulta estranea alle vicende.

Fonte: Il Resto del Carlino


giovedì 2 ottobre 2008

Cinesi: una ricerca per incentivare l'accesso sanitario

Comunità cinese e accesso ai servizi sanitari: un rapporto a dir poco complesso, che in non pochi casi contribuisce ad alimentare pregiudizi e diffidenze presso la popolazione autoctona. Su questa realtà la Caritas romana ha voluto indagare attraverso una “ricerca-azione” condotta tra il 2001 e il 2007 presso il Poliambulatorio di Via Marsala su un campione di 1.351 cittadini di nazionalità cinese. La ricerca prende le mosse dalla constatazione che dal 1983 al 2001 i pazienti cinesi che si sono rivolti al Poliambulatorio della Caritas sono stati soltanto 183 su oltre 65mila immigrati. Un dato che gli operatori della Caritas ritenevano a dir poco sorprendente, considerando che gli immigrati cinesi a Roma rappresentano circa il 3,5% della popolazione straniera e che in alcuni quartieri particolari, tra cui l’Esquilino, questa percentuale raddoppia o triplica addirittura.

La ricerca ha fornito dunque una prima risposta allo scarso accesso alle cure mediche da parte dei cittadini cinesi, che non riguarda soltanto il Poliambulatorio della Caritas, ma più in generale i servizi sanitari pubblici e del privato sociale specialmente in relazione alla medicina di base. Tra le ragioni di questo difficile rapporto sono state evidenziate un’inadeguata risposta dei servizi sanitari alle esigenze della comunità, il forte impegno lavorativo e la difficoltà di richiedere permessi per la prevenzione e la tutela della propria salute e la capacità della comunità di rispondere attraverso il sistema tradizionale alla domanda di salute dei propri membri, che dunque ricorrono alla strutture sanitarie soltanto nei casi più gravi.

Grazie alla ricerca e alla presenza costante di interpreti, i pazienti cinesi del Poliambulatorio sono progressivamente aumentati. Dalle poche unità degli anni Novanta, si è infatti passati ai 122 pazienti del 2002 e da qui a un successivo e costante incremento: 214 nel 2003, 193 nel 2004, 261 nel 2005, 317 nel 2006, fino al 2007 in cui sono stati visitati 235 nuovi pazienti. Attualmente la presenza di nuovi pazienti cinesi ha raggiunto il secondo posto dopo quella dei romeni e rappresenta il 13% del totale dei nuovi pazienti. In particolare, le donne rappresentano l’8,2% delle persone che si recano al Poliambulatorio e anche l’afflusso dei bambini appare in crescita. Dalla ricerca emerge, inoltre, che il 39% dei pazienti cinesi riferisce di essere senza un’occupazione regolare, solo il 19% ha più di 12 anni di scolarità e il 70% è senza permesso di soggiorno. E a questo proposito – rileva la ricerca – anche i pazienti in regola e iscritti al Sistema Sanitario Nazionale, e che dovrebbero essere quindi visitati dai medici di base, preferiscono rivolgersi al Poliambulatorio per via del servizio di interpretariato che viene offerto.

Tra gli ostacoli che impediscono l’accesso ai servizi sanitari di base i pazienti riferiscono innanzitutto la paura e la diffidenza, che riguarda però soprattutto gli immigrati irregolari. Altri ostacoli significativi sono poi la lingua e i percorsi amministrativi, che vengono considerati troppo complessi e poco trasparenti. Solo agli ultimi posti e con un peso nettamente inferiore vengono segnalati gli aspetti relativi alla priorità del lavoro sulla salute, quelli socio culturali e, per quanto riguarda il Poliambulatorio Caritas, quelli religiosi.

Fonte: Redattore Sociale


Reggio Emilia: violenza nel mondo della prostituzione

Cinque cinesi in manette e due appartamenti sequestrati. E' il bilancio dell'operazione messa a segno dalla polizia di Reggio, che ha concluso le indagini cominciate dopo un tentato omicidio verificatosi a giugno, nei pressi della stazione ferroviaria, quando un cittadino cinese era stato aggredito violentemente da suoi connazionali che lo avevano colpito brutalmente al capo e al ventre con più fendenti di arma da taglio. Dopo poche ore la Squadra mobile aveva arrestato i due autori del ferimento e avviato le indagini per capire il contesto in cui era maturato l'episodio.

L'attività investigativa ha consentito di individuare quello che attualmente era il gruppo incontrastato nell'ambito della comunità cinese cittadina, i cui componenti avevano costituito un'associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, anche minorile, alla commissione di estorsioni ai danni di imprenditori loro connazionali, allo spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto durante feste organizzate in discoteche e al favoreggiamento della permanenza di clandestini sul territorio nazionale.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati, tra l'altro, due appartamenti nella disponibilità dell'associazione, utilizzati per far prostituire giovani donne, un bar ritenuto il luogo dove il gruppo si ritrovava stabilmente per pianificare la attività dell'associazione e due autovetture. A quanto emerso dalle indagini, il gruppo faceva capo a un cinese che si avvaleva di fiancheggiatori per commettere le estorsioni e per favorire l'associazione sfruttavano anche il forte vincolo di solidarietà detto 'Guanxi', radicato nella cultura cinese come la parola magica che può 'aprire a un cinese qualunque porta', e quindi anche far ottenere indebitamente somme di denaro.

Fonte: Il Resto del Carlino

mercoledì 1 ottobre 2008

Empoli: la sopraffazione dei "regolari"

E' stata fermata a Empoli una coppia di cinesi regolari, di 26 e 27 anni, per induzione alla prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. In base alle indagini, infatti, la 27enne si prostituiva con altre due giovani connazionali senza permesso di soggiorno. La casa dove si svolgeva l'attività è risultata regolarmente affittata. Non è chiaro se ci sia un rapporto di sfruttamento rispetto alle clandestine, che non sono state trovate nell'appartamento; la loro testimonianza potrebbe chiarire alcune posizioni.

Fonte: La Nazione


lunedì 29 settembre 2008

Prato: prostituzione "in" cinese

Un nuovo modo di pubblicizzare i servizi a carattere sessuale delle donne cinesi immigrate in Italia...
Incontri con sexy parrucchiere? Basta girare a Chinatown, conoscere un po’ il cinese e leggere sui muri. Sì, perché in via Pistoiese, via Filzi, via Becagli e in tutte le strade dove vive la comunità orientale si possono trovare cartelli e annunci abusivi dappertutto, scritti su volantini di fortuna oppure direttamente sull’intonaco dei muri. Anzi, c’è chi ha pensato bene di lasciare il proprio messaggio anche sulla Porta Pistoiese, senza dimenticare il tazebao davanti all’Unicredit che è scomparso per poche ore nei giorni della stretta dei controlli e che poi è puntualmente ricomparso qualche ora dopo, un po’ come i laboratori pieni di clandestini. Questa volta però i residenti non sono rimasti a guardare ed hanno deciso di capire cosa c’è scritto in quella miriade di volantini appesi ovunque che sono stati anche fotografati.

Grazie all’aiuto di chi conosce il cinese ne sono stati tradotti tre. Il primo volantino messo sotto la lente dai residenti della zona dice: "Specializzazione incontri. Apertura 6 maggio chiusura 30 maggio. Nuove ragazze a servizio completo, incontri trasparenti cristallini, come cristallo intagliato". Poi ci sono le indicazioni e dei numeri di riferimento, che del resto sono spesso ben visibili sui muri perché scritti a caratteri cubitali.

Nel volantino numero due ci sono anche l’immagine di una rosa e una cartina stilizzata, così anche gli italiani, arrangiandosi, potrebbero trovare il posto. Chi l’ha attaccato avrà pensato: non si sa mai a chi può interessare... Ecco la traduzione ottenuta dai residenti: "Consigliato/Esclusivo centro taglio capelli e acconciature nuovo servizio. Disponibilità ragazze... Ottimo taglio". Poi ecco gli immancabili riferimenti telefonici. La 'lezione' di cinese non si è fermata qui, anche se ormai è chiaro di che tipo di messaggi è tappezzata Chinatown. Volendo moltiplicare i due volantini tradotti dai residenti per le migliaia che si trovano nelle strade, anche sulle cabine dell’Enel, non si fa fatica a capire che l’offerta si allarga e di molto. Infatti anche il terzo testo non fa eccezione: "Nuovo centro massaggi, situato in zona cinese. Sexy e pulite giovani ragazze, personale disponibile e premuroso". Seguono numeri di telefono (...).

Fonte: La Nazione



giovedì 25 settembre 2008

Alba: denunciato sfruttatore cinese

Ancora una volta al Alba è stata localizzata una casa d’appuntamento dove si prostituiva una clandestina cinese. La donna era sfruttata da un suo connazionale regolare e residente a Milano, al quale doveva parte dei proventi dell'attività. L'uomo aveva stipulato un contratto d’affitto presso un’agenzia immobiliare del luogo, all’insaputa del proprietario dell’appartamento. Duplice denuncia penale per lo sfruttatore cinese sia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione, mentre per la donna sono state avviate le procedure di espulsione.

In base alle osservazioni delle forze dell'ordine nell'appartamento si recavano circa 4/5 clienti al giorno, per un guadagno giornalieri di circa 600 euro.

Fonte: TargatoCN, La Repubblica

lunedì 22 settembre 2008

Appartamenti a luci rosse sul litorale adriatico

Il confine tra Marche e Abruzzo, nella zona della Bonifica del Tronto, continua ad essere popolato da cittadine cinesi che si dedicano alla prostituzione.

E' stato individuato a San Benedetto del Tronto un appartamento a luci rosse dove una donna cinese di 30 anni, già titolare di un provvedimento di espulsione dal territorio italiano, prestava servizi sessuali. L'attenzione delle forze dell'ordine è scaturita dal viavai di clienti. La donna ha tentato di dare un nome falso e di far credere di essere in Italia da pochi giorni, ma è stata tradita dal rilevamento delle impronte digitali.

Fonte: Il Resto del Carlino, gomarche.it



domenica 21 settembre 2008

La zona grigia della sanità italiana


La salute dei neocomunitari non è uguale per tutti: il ministero ha deciso che dipende dai singoli Sistemi sanitari regionali. Alcuni hanno istituito il tesserino Eni (europeo non iscritto) per poter chiedere il rimborso al paese d’origine, altri no. A causa di un vuoto amministrativo, bulgari e rumeni non iscritti alla sanità regionale perché magari lavorano in nero o non sanno che in Italia serve la tessera europea di assicurazione malattia (Team) se si resta nel nostro paese meno di tre mesi, rischiano di vedersi negare l’assistenza sanitaria se non ricorrono a un’assicurazione privata, nonostante la legge nazionale e una direttiva regionale gliela garantiscano. “Il problema è nato con l’allargamento dell’Unione europea e non è ancora stato risolto – spiega Salvatore Geraci, presidente della Società italiana di medicina delle migrazioni –. Il ministero della Salute ha detto di applicare la normativa comunitaria a tutti i cittadini Ue, ma poi ha delegato alle Regioni la scelta di come fare con i neoentrati”.
“Ecco che allora alcune amministrazioni hanno istituito il tesserino Eni (europeo non iscritto) e altre no, creando non poche discrepanze. Il problema si pone soprattutto per quelle persone che lavorano in nero, che non sanno che in Italia serve la tessera europea di assicurazione malattia (Team) o che non possono permettersi un’assicurazione privata. A peggiorare il quadro – continua il dottor Geraci –, quest’estate è arrivata la legge 133 del 6 agosto 2008 che ha modificato il testo unico sull’immigrazione abrogando la parte che diceva che ai cittadini comunitari si applicano le norme più favorevoli”.
Né immigrati irregolari né cittadini iscritti al Servizio sanitario regionale, molti neocomunitari sono quindi caduti in una zona grigia in cui non è garantita loro l’assistenza sanitaria. Il motivo? La mancanza di indicazioni tecniche, da parte della Regione, sulla contabilità separata da tenere all’interno delle Ausl per le prestazioni fornite a bulgari e rumeni. Insomma, la Regione dice cosa bisogna fare, ma non dice come farlo. Così, “il diritto all’assistenza, che è stato ribadito dalla legge nazionale e da una direttiva regionale, di fatto trova ostacoli ad essere garantito” dice Chiara Bodini di Sokos. Ma “nei nostri ambulatori – spiega il medico volontario dell’associazione bolognese che assiste gli stranieri irregolari –, i rumeni hanno continuato a venire anche dopo che il ministero della Salute aveva ribadito loro il diritto ad avere l’assistenza sanitaria da parte delle Ausl, soprattutto per le prestazioni indifferibili e urgenti”. “Gli operatori delle Asl non sanno cosa scrivere sulle ricette e si sono create delle situazioni di rimpallo delle responsabilità che impattano sull’utente e esasperano gli operatori”.

Fonte: Redattore Sociale


venerdì 19 settembre 2008

Romagna e Marche: storie di donne cinesi

A Marina di Ravenna sono state denunciate due donne cinesi di 33 e 35 anni per favoreggiamento della proestituzione: esercitavano la professione nello stesso appartamento. Una delle due era già stata raggiunta da un provvedimento di espulsione ed è stata arrestata.

Una simile sorte è toccata alle due cinesi, di 54 e 35 anni, accusate di favoreggiamento e induzione alla prostituzione per aver gestito delle case di appuntamento nella periferia dell'Aquila nelle quali giovani connazionali venivano segregate nelle abitazioni. Le due donne provvedevano di tanto in tanto a fare spesa e a gettare l'immondizia. Le cinesi erano sempre controllate con un telefonino cellulare attraverso il quale le due donne che gestivano la prostituzione riuscivano a controllare gli incassi.

Fonte: RomagnaOggi.it e Il Centro

martedì 16 settembre 2008

Milano si svuota

Un articolo che riflette la realtà (almeno quella vista da chi lungo le strade ci lavora)...

Le prime a sparire sono state le cinesi (proprio le ultime ad essere arrivate). Albanesi e romene si sono presentate più sfoltite e meno esplicite, usando la tattica della discrezione e della mimetizzazione: incollate ai muri, alle fermate dei mezzi pubblici o sedute nelle pensiline. Per tutte, occhi aperti e tacchi pronti a girare velocemente all'avvicinarsi di qualche volante. E c'è già chi pensa di aumentare l'affitto a chi, rischiando in strada, è costretta a rintanarsi in casa per vendere il proprio corpo. Ma il carosello dei clienti abituali, occasionali o semplicemente curiosi continua, soprattutto la notte. Un po' più nervoso e deluso quando, al solito angolo non si trova l'attesa lucciola o viados. Già, i cerbiatti, che invece non vogliono abbandonare la strada e si muovono più velocemente da un punto all'altro delle vie storiche della prostituzione in una sorta di caccia al tesoro.

Tre sere dopo la notizia del decreto legge proposto dalla ministra Mara Carfagna, ci sono meno passeggiatrici. C'è attesa e disorientamento. Nel dubbio, senza ben capire quale sarà il loro destino, le prostitute hanno preso qualche giorno di pausa. Confuse anche dalla presenza più massiccia delle forze dell'ordine, sollecite nel chiedere documenti. Una sbandata che ha messo in allarme il Mit (Movimento sulle identità transessuali) e il comitato per i diritti civili della prostitute: «Riteniamo che si stia facendo solo un'operazione di maquillage, mentre i problemi veri non vengono affrontati ne risolti, ma sicuramente aumenteranno. La proibizione di lavorare in strada avrà conseguenze gravi e pericolose per tutte quelle persone che non sono in grado di organizzarsi al chiuso. Non è infatti possibile che ogni prostituta possa ottenere un contratto di affitto. E c'è chi ci speculerà». (...)


Fonte: Corriere della Sera


Reazioni dal mondo cinese

Da Torino alcune reazioni delle "massaggiatrici" cinesi che lavorano negli appartamenti.
"Noi facciamo i massaggi, non ci interessa delle leggi perché non facciamo niente di male", dice una prostituta di 55 anni, che lavora con sua nipote, di 25. "Facciamo soltanto massaggi, perché dovremmo preoccuparci?".
L'appartamento costa 500 euro al mese, quasi la metà di quello che viene chiesto a un'europea (800-900 euro) e i guadagni delle prestazioni coprono senza difficoltà le spese .

Fonte: CronacaQui

sabato 13 settembre 2008

Ddl Carfagna: una delle possibili conseguenze


Strade deserte e “case chiuse” piene. Se, alla luce del nuovo disegno di legge sulla prostituzione, il sole tramonterà sulle tradizionali vie del sesso, le squillo, per non perdere i loro affari, saranno costrette a esercitare al chiuso di un appartamento. Con il risultato che aumenteranno a dismisura i “palazzi del sesso” ma crollerà il loro valore immobiliare. Sembra essere questo lo scenario cui andremo incontro quando il decreto legge voluto dal ministro Mara Carfagna diventerà effettivo. Le strade del sesso, che contano una mappatura variegata e chilometrica, da via Sammartini a via Novara passando per l’Isola, saranno dunque rimpiazzate dai “bordelli”. Perché di questo si tratterà.

PALAZZI DELL'AMORE
Le “case chiuse”, a onor del vero, ci sono sempre state. Alla faccia della legge Merlin. E’ il segreto di pulcinella. Sono infatti almeno 100, a Milano, i palazzi dove si esercita giorno e notte il mestiere più antico del mondo. La mappatura dell’eros mercenario in casa è tracciata su strada, annuncio dopo annuncio, palazzo dopo palazzo, citofono dopo citofono. Disseminati a raggiera dalle periferie nascoste e sgarrupate al centro opulento e discreto. Ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche. I prezzi vanno dai 50 ai 500 euro a prestazione. Accessori e comfort compresi. Un dejà vu in bianco e nero per un’intera generazione d’irriducibili clienti.

LE ZONE CALDE
Palazzi più o meno anonimi, se si escludono quello di via Sammartini, al centro di numerose inchieste, e quello di via Lambrate, dove l’improbabile leggenda metropolitana narra che lavorino le donne di piacere “più belle del mondo”. Oppure come quello, meno noto ma altrettanto “focoso”, di via Arquà. Gli epicentri demografici del fenomeno sono tre. Il triangolo Stazione Centrale-Loreto-Lambrate, l’“isola del piacere” tra i Navigli, la Darsena e il Ticinese e lungo le arterie che confluiscono in piazzale Maciachini, partendo dal fronte del palco del divertimento notturno del quartiere Isola e di Brera.
Un racket invisibile, nascosto dietro le mura domestiche e le facciate anonime degli alloggi metropolitani, che gestisce brasiliane (40 per cento), italiane (25%), dell’Est europeo per un altro quarto, cinesi e giapponesi per il restante 10 per cento. Ma i due grandi mondi della prostituzione d’appartamento a Milano sono l’Europa dell’Est e il Brasile. Le brasiliane, in particolare, lavorano in stabili del centro interamente adibiti al meretricio, in palazzine d’alto bordo. La maggior parte provengono da Salvador de Bahia, Minas Gerais e San Paolo. L’età varia dai 16 ai 30 anni. Arrivano a Milano con un debito con i protettori, i boss della tratta e del racket delle nuove schiave del sesso di lusso, che parte dai 15mila euro. Inoltre devono pagare, all’organizzazione che gestisce il bordello, una diaria di 300 euro alla settimana per lavorare. In alternativa alla diaria, l’affitto mensile si attesta intorno ai 2-3mila euro al mese. Oltre a queste spese bisogna aggiungere il costo per gli annunci. Ogni vetrina telematica sulla città vale 260 euro.

I PREZZI
Questo scenario preoccupa la Confedilizia, che teme che i prezzi degli immobili dove le prostitute saranno obbligate a prendere in affitto gli appartamenti, crolleranno di valore immobiliare. E nei prossimi mesi si annuncia battaglia.


Fonte: CronacaQUI

lunedì 8 settembre 2008

Perugia: 1, 2, 3... 10 case a luci rosse?

Da un controllo di routine nell’ambiente della prostituzione potrebbe uscir fuori una catena organizzata di appartamenti in cui vengono ospitate giovani cinesi. Un cinese, infatti, è risultato intestatario di almeno decina di contratti di affitto di case a Perugia, ma è nullafacente. In uno di questi appartamenti, tramite un annuncio su un giornale, si proponevano come massaggiatrici Shiatsu due giovani donne cinesi di 25 e 40 anni che in effetti però si prostituivano.

Fonte: TamTam

La Spezia: arrestata maitresse

E' stata arrestata mentre cercava di scappare in treno la manager del sesso cinese spezzino. 40 anni, elegante, priva di permesso di soggiorno. Gestiva gli annunci erotici su internet e giornali, organizzava gli appuntamenti delle tre ragazze che lavoravano negli appartamenti in modo da evitare sovrapposizioni e perdite di tempo e si occupava dell'arredamento della casa e del look delle sue connazionali.
Le tre ragazze, tutte tra i 20 e i 25 anni, avevano un cellulare con cui parlavano direttamente coi clienti, sia italiani, sia stranieri. Nell'appartamento, di proprietà di un cittadino cinese, non erano mai insieme, ma lavoravano a rotazione. Le tariffe tra i 40 e i 100 euro, di cui il 50% vniva ritenuto dalla 40enne.

Fonti: La Nazione, Il Secolo XIX

Prato: i "bordelli cinesi" non tramontano

I "bordelli cinesi", riadattati in Italia dalla prima immigrazione cinese tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 in perfetto stile cinese non sembrano essere tramontati.
E' stato chiuso a Prato il "Mia Club", dove i cinesi si riunivano per mangiare, bere , giocare d'azzardo e godere dei servizi sessuali messi a disposizione da alcune connazionali nei piani superiori.
L'attenzione delle forze dell'ordine era stata attratta dal vivace via vai di gente che animava i dintorni del locale. I blitz condotti hanno portato alla luce anche la presenza di un traffico di pasticche di ecstasy, che già in altri casi è risultato accompagnarsi a sfruttamento della prostituzione.
L'immobile, di appartenenza di un'azienda italiana, era stato affittato per uso di ufficio a un cinese regolare, titolare del club.

Fonte: La Nazione, Toscana TV



lunedì 1 settembre 2008

Lombardia: un vero business famigliare

3 case d'appuntamenti, a Lodi, Piacenza e Varese. Clandestine cinesi intorno ai 40 anni che si prostituivano dalle 8.30 del mattino alle 23, spostate di casa in casa a intervalli che variavano tra i 15 giorni e le 6 settimane. Prestazioni dai 30 ai 50 euro, 10 clienti al giorno circa per ciascuna prostituta, per un giro d'affari di 45mila euro al mese. Interessante la percentuale lasciata agli sfruttatori, pari al 40% dei profitti: una proporzione ridotta, rispetto alla media nel mondo dello sfruttamento sessuale.
A gestire tutto era una coppia di cinesi di 40 e 45 anni, residente in via Paolo Sarpi. Lui trovato a giocare il Ma-jong, lei a prostituirsi. Gli appartamenti di Lodi e Varese erano stati loro regolarmente affittati da cittadini italiani, mentre l'immobile di Varese risultava gestito direttamente dal proprietario italiano, che infatti è indagato.

Fonte: CroncaQui, Il Giorno, Il Giornale

Napoli: joint venture cino-rumena

Gli sfruttatori cinesi ancora una volta si aprono a joint venture con criminali di altre nazionalità. La notizia è dei primi giorni di agosto e proviene da Terzigno, nella provincia di Napoli, dove è stato scoperto un giro di prostituzione composto da una cittadina cinese di 28 anni, impiegata nel distretto tessile di Prato, e da un ragazzo rumeno appena 18enne.
Nell'appartamento a luci rosse, di proprietà della donna, veniva fatta prostituire una minorenne rumena di 14 anni, insieme ad altre donne cinesi. I clienti erano di nazionalità cinese, proprietari delle aziende tessili della zona, agganciati dalla 28enne.
Nel giro sono coinvolti anche un cittadino cinese di 31 anni, residente a Prato, e un altro rumeno.
La denuncia è partita dalla minorenne, che dopo una settimana di sevizie è riuscita a scappare.

Fonte: La Nazione, L'Unione Sarda




mercoledì 13 agosto 2008

Cosa succede tra quei muri?

Shhhh... silenzio! Questa ragazza sta dormendo. Dove? Sul pavimento della cella della stazione della polizia municipale di Parma. E' una prostituta nigeriana, vittima della tratta. Dopo urla crisi isteriche l'hanno internata per farla calmare. E lei si è addormentata in questa naturale posizione.

L'articolo comparso su Repubblica.it ha fatto scandalo. Ma c'è ancora chi tenta di nascondere la polvere sotto il tappeto, come l'assessore alla sicurezza di Parma Costantino Monteverdi. Ecco la sua intervista.

Due interrogazioni, una al Parlamento e una all'assemblea regionale, centinaia di messaggi e commenti alla fotografia "choch", ma nessuna inchiesta interna. Mentre i radicali si rivolgono al ministro dell'Interno Roberto Maroni e Rifondazione comunista al governatore Vasco Errani, mentre i lettori di Repubblica aprono il dibattito sui diritti e sulla dignità delle lucciole, l'assessore alla Sicurezza Costantino Monteverdi difende l'operato della polizia municipale. Spiega perché una ragazza nigeriana si è accasciata a terra nella cella di sicurezza del "suo" comando dopo un'operazione anti-prostituzione. Sa che le lucciole "sono vittime e non criminali", che le retate "non colpiscono il racket" e che i poteri dei sindaci, anche dopo la Carta di Parma, "sono limitati". Ma getta acqua sul fuoco: "Le polemiche nate dopo la pubblicazione di quella foto sono eccessive". Racconta quella che, a suo dire, non è stata una deriva securitaria, ma solo una notte di "ordinari controlli"

Assessore, cos'è successo la sera in cui la fotografia è stata scattata?

"Era una normale operazione, come ne facciamo tante. Abbiamo perlustrato le vie del mercato del sesso su strada e abbiamo fermato lucciole e clienti multandoli secondo un'ordinanza emessa dal sindaco diversi mesi prima della firma della Carta di Parma. Sul filo del codice della strada sanzioniamo chi si ferma a contrattare in un luogo pubblico"

E poi portate le ragazze in centrale…
"Lo prevede la legge quando non hanno documenti. La foto segnalazione è obbligatoria"

La lucciola della foto però era disperata.
"Aveva paura del suo sfruttatore perché così avrebbe perso l'incasso della serata. Continuava a buttarsi a terra e per questo era sporca di polvere. Quando, qualche ora dopo, è arrivata la storia "legale" è stata chiara la portata del suo dramma"

Cioè?
"E' nigeriana, ma il suo paese non l'ha riconosciuta per cui è impossibile rimpatriarla. In passato è stata in un Cpt ed è stata fermata in diverse città italiane, sempre mentre si prostituiva sulla strada. Aveva il volto pieno di cicatrici, segno che è stata percossa, picchiata e sfregiata"

Perché l'avete trattenuta in quella cella?
"Perché si calmasse. Con decreto del ministro dell'Interno anche i comandi di polizia municipale debbono avere una stanza attrezzata per ospitare chi, trattenuto per accertamenti, stia dando in escandescenze e possa ferirsi o farsi del male. Un ubriaco ad esempio"

Ma in questi casi non si dovrebbe chiamare un medico o uno psicologo?
"Dipende dai casi. Anche perché molti volte si tratta di atteggiamenti strumentali. La ragazza è stata accompagnata in quella stanza perché si calmasse, com'è avvenuto dopo poco"

Dalla foto sembrava svenuta
"Stava dormendo, dopo un'oretta si è svegliata. Era calma e si è fatta tranquillamente prendere le impronte e fotografare, come vuole la legge. La nostra ispettrice e gli altri agenti che hanno ascoltato il suo sfogo, le hanno offerto un caffè e l'hanno rilasciata l'indomani, quando l'Afiss ha risposto mandandoci tre pagine su di lei. A quel punto i vigili, come accade spessissimo, hanno offerto la colazione alle ragazze. Di tasca loro, dato che non esiste un fondo comunale per cose del genere. In più, visto che aveva indosso solo un tanga e una maglietta, i vigili si sono fatti indicare il punto della via Emilia dove aveva lasciato i suoi vestiti, li sono andati a recuperare e glieli hanno portati"

Ma per il resto della notte è rimasta così? Semi-nuda?
"No, gli è stata data una coperta"

Non mentre era in quella cella.
"C'è rimasta un'ora al massimo, il tempo che si calmasse"

Se era evidente che fosse una vittima del racket, non è stato pericoloso rilasciarla?
"Non possiamo trattenere nessuno contro la propria volontà"

Era necessario, quindi, portarla in centrale e trattenerla?
"I controlli anti prostituzione sono necessari. Li chiedono i cittadini con centinaia di segnalazioni e raccolte firme"

Ma se in questo modo si colpiscono solo le vittime, ragazze terrorizzate dai loro sfruttatori, che senso hanno certe operazioni al di là della risposta alle pressioni dei cittadini?
"Funzionano da deterrente perché le multe scoraggiano i clienti e le retate fanno capire al racket che Parma non è terra di nessuno. Se passasse il messaggio contrario ci ritroveremmo le strade invase dalle prostitute"

Contro lo sfruttamento però operazioni del genere non servono a nulla
"Il racket e lo sfruttamento si combattono con azioni di intelligence che non sono compito della polizia municipale"

I poteri speciali assegnati dal decreto Maroni e la Carta di Parma allora a che servono?
"A rendere più incisive le azioni di disturbo. Maroni dice di essere creativi intendendo con questo che ogni sindaco può e deve pensare le ordinanze in base alla sua realtà che è diversa da Palermo a Perugina, da Parma a Milano"

A Parma cosa si farà?
"Stiamo studiando provvedimenti che più che creativi siano di buon senso e organici. Speriamo di essere pronti a settembre e non riguarderanno solo la prostituzione, ma anche lo spaccio e gli assembramenti rumorosi e pericolosi. Ad esempio potremmo arrivare a vietare la detenzione e non solo la vendita, come avviene oggi, di bevande in bottiglie di vetro in determinate aree della città"

E' tutto questo non le sembrano azioni-intenzioni da sceriffi?
"Termini come sindaci sceriffi sono stati coniati dalla stampa e non corrispondono alla realtà e alle nostre intenzioni che non sono quelle di punire i deboli, ma di garantire la sicurezza e il benessere"

Ritorniamo, quindi, al caso della prostituta e alle retate sulle strade. In questo modo a chi garantisce il benessere?
"Avviciniamo le ragazze e le informiamo che esistono programmi di protezione in cui possono rientrare"

Ci riuscite?
"Dall'inizio dell'anno, in sei mesi, sono 54 le lucciole entrate in un programma di protezione e che ora, con un permesso di soggiorno, vivono in altre parti d'Italia, in case protette dove stanno iniziando una nuova vita"

Chi sono queste ragazze?
"48 sono nigeriane, le altre di diversa nazionalità. Hanno denunciato di essere vittime del racket e ora sono, appunto, protette. Perché non dimentichiamo che rischiano la vita e che anche nel volerle aiutare è necessaria competenza e non solo buona volontà. La criminalità sa essere spietata"

Come hanno trovato il coraggio di liberarsi al racket?
"La stragrande maggioranza c'è riuscita grazie a un fidanzato, un cliente che si è innamorato e che ha deciso di aiutarle, venendo a informarsi da noi sui programmi di protezione e aiutando queste ragazze a fidarsi. Altre volte il coraggio arriva dopo che le stesse donne finiscono al pronto soccorso, massacrate di botte dagli sfruttatori".

lunedì 11 agosto 2008

Cinesi sulle strade intorno Parma

I carabinieri di Parma sono a lavoro da alcune settimane in Via Reggio, via Emilia, viale Mentana eseguendo retate di prostitute a cui viene dato il provvedimento di espulsione o il foglio di via. Già il 26 luglio avevano individuato una cinese. Ancora l'8 agosto ne hanno individuata un'altra. Nll'arco di due settimana la donna era già stata sostituita dall'organizzazione che con molta probabilità c'è alle spalle.




Fonte: ParmaOK.it, ParmaOK.it

Aggiornamento del 19/09/2008: due cinesi sono state individuate sulla strada Baganzola.

Fonte: ParmaOK.it

Prostituzione cinese a Modena

A Modena, in via Fanti, zona stazione, la polizia ha sequestrato un appartamento destinato alla prostituzione. L'immobile è di proprietà di un salernitano ed è stato affittato ad un cinese di 53 anni con precedenti sempre per prostituzione. Al primo l'appartamento è stato confiscato, mentre il secondo è stato accusato di favoreggiamento della prostituzione. L'affitto ammontava a soli 500 euro al mese più spese, ma considerando che ogni prestazione veniva a costare 50 euro, si presume che il giro d'affari fosse molto maggiore (perciò non era meglio parlare di sfruttamento della prostituzione?). La donna cinese che vi si prostituiva nel momento dell'irruzione è risultata essere clandestina; per lei è stata avviata la procedura di identificazione presso il Cpt e verrà poi rimpatriata. Dalle indagini emerge che non sia stata la sola ad esercitare il meretricio nell'appartamento. Lo schema è sempre lo stesso: i cinesi in possesso di permesso di soggiorno affittano immobili in cui lavorano donne clandestine.


Fonti: Il Resto del Carlino, Bologna 2000, Emilianet

lunedì 4 agosto 2008

Genova: la criminalità cinese fa esperimenti


E' stato il 2 agosto che carabinieri della compagnia Sampierdarena, quartiere popolare di Genova, hanno condotto un blitz in un condominio di via Paolo Reti, dove una donna è stata arrestata dopo una serie di esposti degli abitanti. Nel corso del processo per direttissima a carico della cinese di 36 anni è emerso che la donna avesse organizzato, o perlomeno coperto, la casa d’appuntamenti ricavata in un anonimo appartamento al primo piano, in una zona che finora era rimasta abbastanza lontano dalle inchieste sulla prostituzione gestita dalla malavita orientale.

Gli inquirenti affermano come non sia facile andare a colpo sicuro poiché dopo gli interventi degli ultimi anni (concentrati quasi esclusivamente in Valbisagno o nel levante cittadino) pure gli sfruttatori sono diventati più accorti. Le case vengono usate per poco tempo, a volte in modo alternativo poiché la cerchia dei frequentatori è assidua ma ristretta, e in qualche modo di fiducia.

La 36enne sotto processo era già stata coinvolta in un’inchiesta in provincia di Bergamo, a conferma di un asse Lombardia-Liguria che già in passato era stato accertato dalle indagini.

Pochi giorni dopo, l'8 agosto, sono state denunciare tre cinesi di 44, 37 e 27 anni, tutte con regolare permesso di soggiorno ottenuto attraverso il matrimonio con cittadini italiani, per esercizio abusivo della professione medica per aver pubblicizzato i propri massaggi su giornali e siti web. Dietro annunci come «A.A.A. massaggi terapeutici, completi, bella presenza» si nascondeva, come già avvenuto altre volte, un giro di prostituzione; a rivelarlo la presenza dei profilattici, oltre agli usueti lettini, creme e olii.

Fonte: Il Secolo XIX, Il Giornale



Da Milano altre diramazioni criminali


Il 31 luglio i carabinieri di Trento hanno smantellato un'organizzazione italo-cinese dedita allo sfruttamento della prostituzione al termine un'indagine durata otto mesi e che ha portato all'esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere e alla denuncia in stato di libertà di altre otto. Al momento il reato contestato è associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento ed allo sfruttamento della prostituzione.

L'inchiesta ha permesso di individuare vari appartamenti in tutta Italia (nel Milanese, a Trento e Bolzano) all'interno dei quali venivano fatte prostituire (e vivere) per 15 ore al giorno almeno nove donne cinesi tra i 20 e i 40 anni, irregolari nel nostro Paese, a cui venivano sottratti i documenti appena giunte in Italia dal loro Paese. In pratica le ragazze vivevano in condizioni di quasi schiavitù e dovevano soddisfare qualsiasi pretesa dei loro clienti. Il reclutamento in Cina avveniva grazie a false promesse di lavoro.

Gli arrestati sono il presunto capo dell'organizzazione, il 30enne Z.S., e la moglie 42enne, H.H., rintracciati a Trento, ma risiedenti a Milano. Secondo quanto emerso nell'indagine, l'uomo, che era già stato oggetto di un provvedimento di espulsione, gestiva le ragazze avvalendosi di complici cinesi, tutti clandestini (di 30, 40 e 42 anni, domiciliati a Milano e fermati a Trento), ma anche di due professionisti italiani: un dentista 55enne pistoiese e un 64enne casertano, fermati rispettivamente a Montecatini Terme (Pistoia) e ad Angera (Varese). I due si occupavano sia degli aspetti logistici che di versare in banca il denaro provento del meretricio.

Fonti: Alice.it, CasertaOggi, La Nazione, Varese News


Case chiuse a Reggio Emilia

E' stato scoperto un appartamento a luci rosse a Reggio Emilia, in viale Regina Margherita. L'immobile risultava affittato da un cinese 27enne residente a Tortona e veniva subaffittato alle prostitute, irregolari in Italia, che lo utilizzavano per incontrare i clienti. Per gli investigatori si potrebbe trattare della punta di un sistema piu' esteso. L'uomo, intanto, è stato accusato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
Nella casa si trovavano una cinese di 44 e una di 34 anni. Le prestazioni venivano offerte a 50 euro e sembra non fossero protette.

Fonti: La Nazione
, Bologna 2000

giovedì 31 luglio 2008

Un impero immobiliare tutto italiano


Giovedì mattina all'alba, nove appartamenti sono stati sequestrati da carabinieri e polizia giudiziaria nell'immobile ubicato via Faenza a Rimini, intestati a e utilizzati da un riminese 66enne. L'uomo è accusato di favoreggiamento della prostituzione per aver ceduto in affitto i locali con la consapevolezza dell'attività che veniva svolta al loro interno, con contratti di affitto "in nero" e senza comunicare di cessione fabbricato all'autorità competente. Il 66enne è accusato anche di aver favorito la permanenza sul territorio nazionale di cittadine extracomunitarie al fine di trarre ingiusto profitto. Le 11 donne straniere individuate - di nazionalità rumena, brasiliana e cinese - erano tutte regolari.

Fonti: RomagnaOggi.it, Newsrimini.it, Sanmarinotv.sm


lunedì 28 luglio 2008

Foggia: sfruttamento organizzato

Il gip di Trento ha individuato un sodalizio insorto in Italia per lo sfruttamento di prostituite provenienti dalla repubblica cinese. Le donne erano attratte con false promesse di lavoro. La prostituzione avveniva in appartamenti cittadini. Gli episodi riguardano un periodo che va da gennaio al luglio di quest'anno. Un episodio riguarda anche Foggia, dove in Via Santa Maria delle Neve 37, è stato indentificato un appartamento in cui si svolgeva l'illecita attività. Arrestata una donna cinese, con regolare permesso di soggiorno. Si tratta di Lihong Sun, di anni 40, perchè nel corso delle intercettazioni è emerso il suo ruolo di mediatrice della prostituzione. Gli arresti sono scattati in tutt'Italia, 7 sino ad ora le persone fermate.

Fonti: Il Grecale e TeleRadioErre


Milano: triplice giro di prostituzione


I Carabinieri di Milano hanno smascherato tre diversi giri di squillo che coinvolgevano donne cinesi, marocchine e italiane. L'operazione ha comportato il sequestro di cinque appartamenti, tre dei quali perchè affittati a clandestini, e l'arresto di tre persone: una cinese accusata di ricoprire il ruolo di maitresse e due marocchine senza permesso di soggiorno.

Il circuito cinese è stato scoperto perchè sugli annunci di alcuni giornali compariva ripetutamente lo stesso numero di telefono. Il giro era gestito da una donna cinese di 46 anni, Zhou Chunliu, che controllava due appartamenti in via Solari. La maitresse accoglieva i clienti, si faceva pagare anticipatamente e li indirizzava da una delle due ragazze disponibili, entrambe clandestine e appena maggiorenni. La donna è stata incastrata anche grazie a un registro nel quale, dal 2005, annotava la contabilità: nonostante l'esiguità delle tariffe (dagli 8 ai 30 euro per prestazione), la donna gestiva un volume d'affari mensile di quasi 10 mila euro per ragazza.

Grazie ad una segnalazione dell'associazione Lule è stato individuato il giro di squillo marocchine: tre giovani tra i 22 e i 32 anni esercitavano la professione in una fatiscente mansarda a Largo dei Gelsomini, alla presenza di un bambino di otto anni, figlio di una delle tre. L'appartamento, di proprietà di un’anziana 82enne italiana totalmente estranea ai fatti, era stato loro subaffittato da un'italiana di origine egiziana di 56 anni, denunciata per sfruttamento della prostituzione.

Contro le italiane, infine, si sono schierati i condomini del palazzo dove esercitavano la professione. L'operazione ha coinvolto un'italiana di 53 anni, che ha dichiarato di aver iniziato a prostituirsi nel 1982 dopo la morte del marito e di aver "risparmiato" in banca ben 450mila euro; proprietaria di cinque appartamenti, esercitava la professione insieme ad altre italiane di 65 e 55 anni e a un'albanese di 36 (quest'ultima ha dichiarato di aver messo da parte 250mila euro in quattro anni di attività). Le donne adescavano i clienti in strada. Le tariffe in questo caso erano elevate e raggiungevano i 300 euro, essendo i clienti studenti, professionisti.

Fonte: CronacaQui e AGI

mercoledì 23 luglio 2008

Fermo: infiltrazioni criminali

Due appartamenti a luci rosse sono stati scoperti a Lido Tre Archi e a Casabianca di Fermo. I locali erano stati presi regolarmente in affitto da un clan proveniente dal Nord Italia che poi vi faceva prostituire tre ragazze cinesi. I clienti pagavano da 20 euro per un massaggio fino a 70 euro per una prestazione sessuale. L'attività, in corso da maggio, fruttava agli sfruttatori circa 500 euro al giorno. Tre cinesi, due donne di 25 e 30, e un uomo di circa 40, tutti in regola con il permesso di soggiorno, sono accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Da successivi controlli, infatti, una delle ragazze è risultata clandestina ed è stata espulsa.

Fonte: Il Resto del Carlino




lunedì 21 luglio 2008

Porto Recanati: una baracca per due donne

A Santa Maria in Potenza, una donna italiana e una cinese avevano costruito con le proprie mani una baracca con tre materassi dove praticavano il meretricio. Sono state scoperte perchè la prima ha tentato di rubare il portafogli ad un cliente ed ha attirato l'attenzione dei carabinieri, che erano in perlustrazione della zona litoranea. La sua compagna, clandestina, è stata colpita dal provvedimento di espulsione.
In questo caso è interessante che un'immigrata cinese, evidentemente sganciata dal racket della propria etnia, abbia creato un "sodalizio" con una cittadina italiana, segno, tra l'altro, di una parziale "integrazione" della donna, per la cui determinazione ha prevalso l'appartenenza ad una "categoria professionale" piuttosto che a una nazionalità.

Fonte: Il Resto del Carlino

venerdì 18 luglio 2008

Rimini: la nuova prostituzione

Un modo discreto - in pieno stile cinese - di adescare i clienti: distribuire biglietti da visita lungo la spiaggia. La scusa è quella del massaggio. Al termine del servizio, il numero di telefono, senza nome, viene lasciato sotto l'ombrellone. O, in alternativa, una frase sussurrata all'orecchio, "continuiamo in una stanza privata". Tra tutte le ragazze cinesi che offrono massaggi lungo la spiaggia, poche sono quelle che si spingono tanto in là. Dimostrazione, comunque, della versatilità della prostituzione cinese.


Fonte: Il Resto del Carlino

martedì 15 luglio 2008

Un ddl schizofrenico

Venerdì il Consiglio dei Ministri esaminerà lo schema di disegno di legge proposto dai ministeri dell'Interno e delle Pari opportunità.

I punti della legge sono quattro:
  1. la prostituzione è vietata nei luoghi pubblici (qualsiasi) e in quelli aperti al pubblico (anche night). La sanzione prevista - valida sia per la prostituta, sia per il cliente - è una multa che varia dai 200 ai 3mila euro. In caso di reiterazione, la sanzione si trasforma in un arresto dai 5 ai 15 giorni e un'ammenda da 200 a mille euro. La spiegazione al provvedimento è che la prostituzione rappresenta un "allarme sociale". Chi affitta a prostitute a prezzi superiori a quelli di mercato è punito con l'arresto da due a sei anni e la multa da 250 a 10mila euro. E' fatta salva la protezione sociale di chi è costretta a prostituirsi. Abolito il reato di favoreggiamento della prostituzione;
  2. i condomini possono chiedere e ottenere provvedimenti d'urgenza contro «turbative create dalla prostituzione» e approvare delibere condominiali anti-squillo;
  3. chi compie atti sessuali con un minore tra 14 e 18 anni in cambio di denaro «o altra utilità anche non economica» viene recluso da sei mesi a tre anni e paga una multa non inferiore a seimila euro. Inoltre i minorenni stranieri privi di persone che esercitino la potestà genitoriale in Italia verranno riconsegnati alle autorità nazionali attraverso la proceduta del rimpatrio assistito (articolo 33, comma 2-bis, decreto legislativo 286/98);
  4. in caso di associazione per deliquere, le sanzioni vengono aumentate fino a due terzi per promotori e organizzatori e da un terzo a metà per gli altri partecipanti.
Bene l'abolizione del reato di favoreggiamento, che d'altra parte era diventato desueto, se si fa eccezione degli affittuari degli appartamenti. Da questo punto di vista, tuttavia, la legge ha definito un'altra fattispecie di reato. Sembra che i politici abbiano l'obiettivo di "nascondere" la prostituzione e di relegarla tra le mura di casa (l'adozione di affitti a prezzi di mercato faciliterebbe questo processo). In questo senso, la possibilità per i condomini di bandire le prostitute rischia di alterare questo obiettivo: si creeranno dei ghetti privi di controllo, le prostitute saranno messe nella condizione di usufruire di affitti in aree in cui già domina l'illegalità e la violenza è all'ordine del giorno. In poche parole, si allontana la prospettiva di un'inclusione sociale e di una soluzione del problema.

domenica 13 luglio 2008

Imprenditoria cinese


Gestiva un piccolo giro di prostituzione nel Cesenate, che gli consentiva di vivere comodamente e senza problemi economici. Il "business", però, si è bruscamente interrotto per Liang Jixiang, cittadino cinese 45enne da tempo residente a Gatteo e ufficialmente noto come operaio, arrestato dalla Squadra Mobile di Forlì su ordinanza del pm Michele Leoni. L'uomo aveva preso in affitto due appartamenti in zona stadio a Cesena e vi faceva prostituire tre donne, tra cui la moglie.
Oltre alla consorte 40enne, anch'ella di nazionalità cinese, nei due locali vendevano il proprio corpo anche due ragazze, una delle quali risultata non in regola con il permesso di soggiorno. Un dettaglio di poco conto, questo, per i clienti delle tre prostitute, che venivano attirati con annunci su riviste e mezzi d'informazione locale.
Numerosi erano i clienti delle due ‘case chiuse', prevalentemente di nazionalità italiana ma anche stranieri. Un giro d'affari piuttosto ampio se si considera che ogni prestazione veniva fornita ad un costo di 60 euro, una cifra ritenuta ‘concorrenziale' sul mercato del sesso a pagamento.
Il cinese che gestiva il giro di prostituzione è stato arrestato venerdì a Senigallia, in provincia di Ancona, mentre stava per prendere in affitto un altro appartamento, gli inquirenti ritengono per ampliare la propria attività.
La polizia ha anche sequestarto 1.600 euro in contanti, un'agenda telefonica ricca di numeri di telefoni e appunti, materiale utile agli inquirenti per appurare fino in fondo l'entità del ‘giro'. A testimoniare la possibilità che la vicenda possa assumere dimensioni più ampie, il ritrovamento di alcuni biglietti ferroviari riferiti a La Spezia, Bologna e Cesena. L'ipotesi, dunque, è che quello scoperto a Cesena possa essere solo un punto di una rete ben più vasta.


Fonte: RomagnaOggi

lunedì 30 giugno 2008

Cuneo: giro di prostituzione cinese

Due alloggi sono stati sequestrati e una maitresse arrestata a Cuneo.
La Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha svolto le indagini a partire dai numeri di telefono che apparivano sugli annunci pubblicati sui giornali e on-line. Messi sotto intercettazione i clienti, li hanno convocati e interrogati. Le investigazioni sono durate 5 mesi.
Uno dei due appartamenti, nominalmente un centro benessere, era intestato a e gestito da una donna cinese, arrestata con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. L'altro appartamento era affittato dall'uomo accusato dell'omicidio della prostituta cinese perpetrato a Milano qualche settimana fae attualmente detenuto a San Vittore. I due immobili erano collegati da un via vai di ragazze cinesi che si sposatavano da uno all'altro e che sono state espulse perchè irregolari.
Sembra che nel giro siano coinvolte altre due donne cinesi e un italiano.
I proventi dei giro sono stati versati su ben 4 conti correnti.

Fonte: CuneoCronaca.it

lunedì 23 giugno 2008

Empoli: coppia italo-cinese sfrutta ragazza

Un italiano di 37 anni e' stato denunciato dai carabinieri di Empoli per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L'uomo aveva allestito una casa d'appuntamenti nel centro cittadino, in via Ridolfi, dove insieme ad una cinese, ancora da identificare, aveva avviato alla prostituzione una giovane clandestina, sua connazionale. I carabinieri hanno scoperto anche un tariffario per cui su ogni 50 euro ricevuti dalla giovane prostituta, 30 dovevano essere versati all'italiano e alla sua complice. L'appartamento e' stato sequestrato, mentre la prostituta, come clandestina, sara' espulsa dal territorio nazionale


Fonte: Toscana TV


venerdì 20 giugno 2008

Roma: la clandestinità non ha quartiere

Era clandestina la 45enne, di nazionalità cinese, sottoposta ad arresto per aver violato la legge sull'immigrazione. Esercitava l'attività di prostituta, che - per le relazioni pubbliche che comporta - non l'ha certo protetta dall'incursione dei carabinieri.

In base al decreto sicurezza recentemente approvato, è stata denunciata la coppia di romani che avevano dato in affitto il locale alla donna.

Fonte: ParmaOK.it

giovedì 12 giugno 2008

Emilia Romagna: l'imprenditoria sessuale si fa strada

Gestivano tre case di appuntamenti, due a Bologna e una a Reggio Emilia, in cui lavoravano in maniera consenziente sei loro connazionali clandestine. Ma i due cinesi arrestati dalla Squadra Mobile di Bologna si stavano preparando ad aprire altre case in cui far prostituire altre ragazze.

In manette per sfruttamento della prostituzione continuato e in concorso sono finiti un cinese di 51 anni clandestino, Zhan Dong Jin, detto Da Ge che in cinese significa Grande Fratello e Lingzhi Jin, cinese di 45 anni, regolare. L'operazione, coordinata dal pm della Dda di Bologna Elisabetta Melotti, è cominciata verso la fine di gennaio e sarebbe partita dallo spulcio di alcuni annunci in cui venivano pubblicizzate le prestazioni sessuali di ragazze cinesi.

Nel giro di 4 mesi gli agenti hanno individuato le abitazionie i due cinesi che le gestivano. Sei le prostitute identificate, e ora a disposizione dell'ufficio immigrazione, ma secondo gli investigatori erano molte di più. Mediamente ogni casa fruttava 400 euro al giorno: il 40% dell'incasso andava alle ragazze e il resto ai due sfruttatori che gestivano l'attività provvedendo a fornire tutto il necessario alle prostitute.

I due arrestati, ha accertato la Squadra Mobile, non si limitavano a gestire le connazionali, ma usavano anche avviare l'attività di una casa di appuntamenti per poi venderla ad altri aspiranti 'imprenditori' del settore. Un appartamento a luci rosse era chiamato in gergo 'negozio' e poteva fruttare in caso di vendita 6.500 euro. Da Ge stava dietro ai conti mentre la sua socia gestiva le ragazze, firmava i contratti di affitto e metteva gli annunci sui giornali.

Le tre case in loro uso erano una in zona Corticella, una in via Murri e una nei pressi della stazione ferroviaria di Reggio Emilia. La donna viveva in zona Corticella mentre il suo socio abitava a Reggio Emilia. In ogni appartamento vivevano e 'lavoravano' due ragazze. Per far fruttare al meglio l'attività, i due sfruttatori cercavano sistemi per fidelizzare i clienti, tra questi erano previsti pure degli sconti sulle prestazioni.




Fonte: Il Resto del Carlino