martedì 15 luglio 2008

Un ddl schizofrenico

Venerdì il Consiglio dei Ministri esaminerà lo schema di disegno di legge proposto dai ministeri dell'Interno e delle Pari opportunità.

I punti della legge sono quattro:
  1. la prostituzione è vietata nei luoghi pubblici (qualsiasi) e in quelli aperti al pubblico (anche night). La sanzione prevista - valida sia per la prostituta, sia per il cliente - è una multa che varia dai 200 ai 3mila euro. In caso di reiterazione, la sanzione si trasforma in un arresto dai 5 ai 15 giorni e un'ammenda da 200 a mille euro. La spiegazione al provvedimento è che la prostituzione rappresenta un "allarme sociale". Chi affitta a prostitute a prezzi superiori a quelli di mercato è punito con l'arresto da due a sei anni e la multa da 250 a 10mila euro. E' fatta salva la protezione sociale di chi è costretta a prostituirsi. Abolito il reato di favoreggiamento della prostituzione;
  2. i condomini possono chiedere e ottenere provvedimenti d'urgenza contro «turbative create dalla prostituzione» e approvare delibere condominiali anti-squillo;
  3. chi compie atti sessuali con un minore tra 14 e 18 anni in cambio di denaro «o altra utilità anche non economica» viene recluso da sei mesi a tre anni e paga una multa non inferiore a seimila euro. Inoltre i minorenni stranieri privi di persone che esercitino la potestà genitoriale in Italia verranno riconsegnati alle autorità nazionali attraverso la proceduta del rimpatrio assistito (articolo 33, comma 2-bis, decreto legislativo 286/98);
  4. in caso di associazione per deliquere, le sanzioni vengono aumentate fino a due terzi per promotori e organizzatori e da un terzo a metà per gli altri partecipanti.
Bene l'abolizione del reato di favoreggiamento, che d'altra parte era diventato desueto, se si fa eccezione degli affittuari degli appartamenti. Da questo punto di vista, tuttavia, la legge ha definito un'altra fattispecie di reato. Sembra che i politici abbiano l'obiettivo di "nascondere" la prostituzione e di relegarla tra le mura di casa (l'adozione di affitti a prezzi di mercato faciliterebbe questo processo). In questo senso, la possibilità per i condomini di bandire le prostitute rischia di alterare questo obiettivo: si creeranno dei ghetti privi di controllo, le prostitute saranno messe nella condizione di usufruire di affitti in aree in cui già domina l'illegalità e la violenza è all'ordine del giorno. In poche parole, si allontana la prospettiva di un'inclusione sociale e di una soluzione del problema.

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