
I Carabinieri di Milano hanno smascherato tre diversi giri di squillo che coinvolgevano donne cinesi, marocchine e italiane. L'operazione ha comportato il sequestro di cinque appartamenti, tre dei quali perchè affittati a clandestini, e l'arresto di tre persone: una cinese accusata di ricoprire il ruolo di maitresse e due marocchine senza permesso di soggiorno.
Il circuito cinese è stato scoperto perchè sugli annunci di alcuni giornali compariva ripetutamente lo stesso numero di telefono. Il giro era gestito da una donna cinese di 46 anni, Zhou Chunliu, che controllava due appartamenti in via Solari. La maitresse accoglieva i clienti, si faceva pagare anticipatamente e li indirizzava da una delle due ragazze disponibili, entrambe clandestine e appena maggiorenni. La donna è stata incastrata anche grazie a un registro nel quale, dal 2005, annotava la contabilità: nonostante l'esiguità delle tariffe (dagli 8 ai 30 euro per prestazione), la donna gestiva un volume d'affari mensile di quasi 10 mila euro per ragazza.
Grazie ad una segnalazione dell'associazione Lule è stato individuato il giro di squillo marocchine: tre giovani tra i 22 e i 32 anni esercitavano la professione in una fatiscente mansarda a Largo dei Gelsomini, alla presenza di un bambino di otto anni, figlio di una delle tre. L'appartamento, di proprietà di un’anziana 82enne italiana totalmente estranea ai fatti, era stato loro subaffittato da un'italiana di origine egiziana di 56 anni, denunciata per sfruttamento della prostituzione.
Contro le italiane, infine, si sono schierati i condomini del palazzo dove esercitavano la professione. L'operazione ha coinvolto un'italiana di 53 anni, che ha dichiarato di aver iniziato a prostituirsi nel 1982 dopo la morte del marito e di aver "risparmiato" in banca ben 450mila euro; proprietaria di cinque appartamenti, esercitava la professione insieme ad altre italiane di 65 e 55 anni e a un'albanese di 36 (quest'ultima ha dichiarato di aver messo da parte 250mila euro in quattro anni di attività). Le donne adescavano i clienti in strada. Le tariffe in questo caso erano elevate e raggiungevano i 300 euro, essendo i clienti studenti, professionisti.
Grazie ad una segnalazione dell'associazione Lule è stato individuato il giro di squillo marocchine: tre giovani tra i 22 e i 32 anni esercitavano la professione in una fatiscente mansarda a Largo dei Gelsomini, alla presenza di un bambino di otto anni, figlio di una delle tre. L'appartamento, di proprietà di un’anziana 82enne italiana totalmente estranea ai fatti, era stato loro subaffittato da un'italiana di origine egiziana di 56 anni, denunciata per sfruttamento della prostituzione.
Contro le italiane, infine, si sono schierati i condomini del palazzo dove esercitavano la professione. L'operazione ha coinvolto un'italiana di 53 anni, che ha dichiarato di aver iniziato a prostituirsi nel 1982 dopo la morte del marito e di aver "risparmiato" in banca ben 450mila euro; proprietaria di cinque appartamenti, esercitava la professione insieme ad altre italiane di 65 e 55 anni e a un'albanese di 36 (quest'ultima ha dichiarato di aver messo da parte 250mila euro in quattro anni di attività). Le donne adescavano i clienti in strada. Le tariffe in questo caso erano elevate e raggiungevano i 300 euro, essendo i clienti studenti, professionisti.
Fonte: CronacaQui e AGI
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