lunedì 4 agosto 2008

Genova: la criminalità cinese fa esperimenti


E' stato il 2 agosto che carabinieri della compagnia Sampierdarena, quartiere popolare di Genova, hanno condotto un blitz in un condominio di via Paolo Reti, dove una donna è stata arrestata dopo una serie di esposti degli abitanti. Nel corso del processo per direttissima a carico della cinese di 36 anni è emerso che la donna avesse organizzato, o perlomeno coperto, la casa d’appuntamenti ricavata in un anonimo appartamento al primo piano, in una zona che finora era rimasta abbastanza lontano dalle inchieste sulla prostituzione gestita dalla malavita orientale.

Gli inquirenti affermano come non sia facile andare a colpo sicuro poiché dopo gli interventi degli ultimi anni (concentrati quasi esclusivamente in Valbisagno o nel levante cittadino) pure gli sfruttatori sono diventati più accorti. Le case vengono usate per poco tempo, a volte in modo alternativo poiché la cerchia dei frequentatori è assidua ma ristretta, e in qualche modo di fiducia.

La 36enne sotto processo era già stata coinvolta in un’inchiesta in provincia di Bergamo, a conferma di un asse Lombardia-Liguria che già in passato era stato accertato dalle indagini.

Pochi giorni dopo, l'8 agosto, sono state denunciare tre cinesi di 44, 37 e 27 anni, tutte con regolare permesso di soggiorno ottenuto attraverso il matrimonio con cittadini italiani, per esercizio abusivo della professione medica per aver pubblicizzato i propri massaggi su giornali e siti web. Dietro annunci come «A.A.A. massaggi terapeutici, completi, bella presenza» si nascondeva, come già avvenuto altre volte, un giro di prostituzione; a rivelarlo la presenza dei profilattici, oltre agli usueti lettini, creme e olii.

Fonte: Il Secolo XIX, Il Giornale



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