Tra le questioni focali è emersa quella delle gravidanze delle donne straniere. In base ai dati dell'Agenzia di sanità pubblica della Regione Lazio, risalenti al 2002, il 42% dei ricoveri ordinari delle donne straniere è dettato da gravidanza, parto o puerperio.
L'Italia supera di 18 punti percentuali la media dei parti cesarei consigliata dall'Organizzazione mondiale della sanità, vale a dire il 12% del totale dei parti. Tra le donne straniere il parto cesareo è altamente diffuso: sono 29 su 100 le donne che ricorrono a questa pratica e più di 21 sono costrette a farlo per motivi di urgenza. Molte di loro, specialmente quelle provenienti dal Bangladesh, dal Perù e dalle Filippine, non comprendono il perchè dell'intervento.
Le straniere sono vittime della scarsità di cure: esse fanno meno di 3 ecografie (numero minimo richiesto), sono visitate da un ginecologo solo dopo la 12esima settimana (termine massimo per l'effettuazione della prima ecografia), e fanno l'amniocentesi , necessaria allsolo nel 6% dei casi.L'Italia supera di 18 punti percentuali la media dei parti cesarei consigliata dall'Organizzazione mondiale della sanità, vale a dire il 12% del totale dei parti. Tra le donne straniere il parto cesareo è altamente diffuso: sono 29 su 100 le donne che ricorrono a questa pratica e più di 21 sono costrette a farlo per motivi di urgenza. Molte di loro, specialmente quelle provenienti dal Bangladesh, dal Perù e dalle Filippine, non comprendono il perchè dell'intervento.
Emerge, dunque, la necessità di diffondere nelle lingue delle popolazione immigrata informazioni sulle cure richieste durante la gravidanza, sui luoghi e gli orari in cui è sono disponibili i servizi sanitari (i datori di lavoro potrebbero essere coinvolti, attraverso un patto con il SSN). Non solo, è anche indispensabile estendere ai principali centri di cura la mediazione culturale e la gratuità dei servizi. In particolare la mediazione culturale - risorsa in cui gli stessi immigrati possono diventare attori e non solo beneficiari - è utile a comprendere modi diversi di manifestare il dolore o di interpretare il sintomo di una malattia.
Fonte: Redattore Sociale
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