martedì 29 gennaio 2008

Sostegno al Ministro Ferrero

Riporto la lettera che Ferrero ha inviato a Prodi, nel tentativo di salvare il lavoro di concertazione svolto finora in vista dell'approvazione di una nuova legge sull'immigrazione.

Caro Presidente, ti scrivo per chiederti un intervento straordinario in materia di immigrazione, perche' la fine del governo rischia di impedire la traduzione concreta di tutto il lavoro costruito con le parti sociali in questi venti mesi (...)
Il testo del disegno di legge Amato Ferrero di riforma complessiva dell'immigrazione è attualmente in discussione alla Camera e temo sarà impossibile arrivare ad una sua approvazione prima della fine della legislatura. Parallelamente il numero di domande che i datori di lavoro hanno presentato per l'assunzione di lavoratori immigrati eccede di varie centinaia di migliaia la cifra stabilita dal decreto flussi 2007 (...)
Tutti gli istituti di statistica e tutti i commentatori concordano nel sostenere che in Italia vi siano alcune centinaia di migliaia di immigrati che si trovano, a causa della legge Bossi Fini, a lavorare in condizioni di clandestinità (...)
Nella speranza che almeno la diversa normativa sui permessi di soggiorno possa essere inserita nelle leggi di conversione dei decreti in via di approvazione dalle Camere, propongo di varare un Decreto Legge che permetta una regolarizzazione degli immigrati, clandestini che attualmente lavorano in Italia (...)
Non si tratterebbe di nuovi ingressi, ma di riconoscere chi già oggi lavora
e di portare a legalità questa situazione. Si tratta, in pratica, di fare quanto ha deciso nei giorni scorsi il governo francese, che prevede in questo modo di regolarizzare alcune centinaia di migliaia di lavoratori clandestini e di ripetere quanto fatto dal governo Berlusconi nel 2002 (...)
Ti propongo questa misura per evitare l'ulteriore imbarbarimento del tessuto sociale del Paese, nella convinzione che la pura riproposizione di provvedimenti varati da governi di destra, come quello Berlusconi e quello Sarkozy ne possa evidenziare il carattere certo non legato a una visione di parte del fenomeno migratorio (...)
Come abbiamo sempre sostenuto, le politiche della sicurezza, per noi, consistono nel perseguire chi delinque e nel lavorare all'integrazione di chi contribuisce alla crescita sociale, civile ed economica del Paese. Con questo atto daremo forza e cogenza a questa prospettiva.

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