Nell'ambito del progetto interregionale Vie d'uscita è stata promossa una ricerca-azione intitolata 'Focus sul fenomeno della tratta delle donne: analisi delle trasformazioni correnti e nuove strategie d'intervento di protezione sociale. Il caso Piemonte'. La ricerca è stata presentata il 7 giugno scorso a Torino ed è stato messo in evidenza, tra gli altri risultati, l'emergente ruolo dei culti segreti nigeriani nello sfruttamento della prostituzione.
I culti hanno origine nelle università nigeriane; antesignana di questa forma di associazionismo è stata la Pyrates Confraternity, fondata nel 1953 nell'Università di Ibadan da Wole Soyinka, primo Premio Nobel africano per la letteratura. "Le finalità originarie della Confraternita, nate sul modello americano, erano non violente e lontane da forme di segretezza: intendeva promuovere la formazione di una nuova classe dirigente, combattere la mentalità coloniale e le distorsioni del colonialismo, porre fine al problema del tribalismo e dell'elitarismo in Nigeria".
Verso la metà degli anni '60, col ricambio generazionale, i culti iniziarono a scindersi: dalla Pyrates Confraternity nacque la Eiye Confraternity, "che raggruppava coloro che no riuscivano a mantenere gli standard accademici originariamente fissati per l'appartenenza alla Pyrates Confraternity". Nacquero poi altri gruppi, quali i Black Eye, i Vikings, i Bucaneers, i Mafia, i Black Beret e sorsero anche culti femminili, come le Temple of Eden, le Barracuda e le Daughters of Jezebel. La frammentazione delle associazioni, unita alla deriva violenta in cui il paese volgeva in quegli anni (dopo l'indipendenza raggiunta nel 1960 sono stati messi in atto due golpe militari miranti al federalismo e poi sfociati in una guerra civile per l'indipendenza del Biafra, una regione meridionale della Nigeria), innescò meccanismi di rivalità assai cruenti.
A metà degli anni '80, il carattere bellicoso dei culti si accentuò con la cooptazione da parte di elementi dei servizi di sicurezza del governo militare al fine di neutralizzare gli oppositori del regime nei campus universitari (nel 1983 - dopo un breve periodo di stabilità - un colpo di stato militare aveva istituito il Consiglio Militare Supremo come organo di governo). Nel 1985 l'associazionismo studentesco venne bandito, lasciando spazio alle manifestazioni più violente del cultismo, culminate col finanziamento e il rifornimento di armi e munizioni da parte del dittatore Sani Abacha.
La rivalità e l'adozione di pratiche aggressive hanno coinciso con l'affermarsi del carattere segreto e magico-religioso delle organizzazioni, che appunto risulta funzionale a rafforzare l'affiliazione a fronte di potenziali concorrenti. In Nigeria, comunque, l'esoterismo aveva già incontrato la sfera politica con il culto Ogboni (uno fra tanti, praticati in seno alle diverse etnie che popolano il paese), il quale tradizionalmente aveva il potere di deposizione sul re del villaggio, mentre attualmente rappresenta lo strumento di promozione degli interessi politici ed economici della classe dirigente. Anche se oggi la Reformed Ogboni Fraternity non è più considerata un culto segreto, essa rappresenta comunque un modello per i culti dei giovani.
"I culti attualmente presenti nelle università nigeriane sono coinvolti in diverse attività criminose: omicidi, violenza carnale, estorsione, rapina e sequestro (...). Le modalità di reclutamento intrecciano riti iniziatici e torture fisiche di vario genere: gli iniziati devono assumere alcol e droghe in grande quantità, 'pozioni' ritenute in grado di dotare i membri di poteri sovrannaturali (...). Anche l'iniziazione delle donne ai culti femminili comprende pratiche molto brutali, come l'obbligo a sottostare consecutivamente a molteplici rapporti sessuali. Molte cultiste, inoltre, esercitano la prostituzione (...). Coloro che si avvicinano ai culti cercano legami forti, protezione, aiuto economico; talvolta sono giovani in difficoltà, con personalità fragili e facilmente raggirabili (...). I cultisti reclutano membri soprattutto tra le matricole, dipingendo le università come ambienti ostili".
I culti hanno origine nelle università nigeriane; antesignana di questa forma di associazionismo è stata la Pyrates Confraternity, fondata nel 1953 nell'Università di Ibadan da Wole Soyinka, primo Premio Nobel africano per la letteratura. "Le finalità originarie della Confraternita, nate sul modello americano, erano non violente e lontane da forme di segretezza: intendeva promuovere la formazione di una nuova classe dirigente, combattere la mentalità coloniale e le distorsioni del colonialismo, porre fine al problema del tribalismo e dell'elitarismo in Nigeria".
Verso la metà degli anni '60, col ricambio generazionale, i culti iniziarono a scindersi: dalla Pyrates Confraternity nacque la Eiye Confraternity, "che raggruppava coloro che no riuscivano a mantenere gli standard accademici originariamente fissati per l'appartenenza alla Pyrates Confraternity". Nacquero poi altri gruppi, quali i Black Eye, i Vikings, i Bucaneers, i Mafia, i Black Beret e sorsero anche culti femminili, come le Temple of Eden, le Barracuda e le Daughters of Jezebel. La frammentazione delle associazioni, unita alla deriva violenta in cui il paese volgeva in quegli anni (dopo l'indipendenza raggiunta nel 1960 sono stati messi in atto due golpe militari miranti al federalismo e poi sfociati in una guerra civile per l'indipendenza del Biafra, una regione meridionale della Nigeria), innescò meccanismi di rivalità assai cruenti.
A metà degli anni '80, il carattere bellicoso dei culti si accentuò con la cooptazione da parte di elementi dei servizi di sicurezza del governo militare al fine di neutralizzare gli oppositori del regime nei campus universitari (nel 1983 - dopo un breve periodo di stabilità - un colpo di stato militare aveva istituito il Consiglio Militare Supremo come organo di governo). Nel 1985 l'associazionismo studentesco venne bandito, lasciando spazio alle manifestazioni più violente del cultismo, culminate col finanziamento e il rifornimento di armi e munizioni da parte del dittatore Sani Abacha.
La rivalità e l'adozione di pratiche aggressive hanno coinciso con l'affermarsi del carattere segreto e magico-religioso delle organizzazioni, che appunto risulta funzionale a rafforzare l'affiliazione a fronte di potenziali concorrenti. In Nigeria, comunque, l'esoterismo aveva già incontrato la sfera politica con il culto Ogboni (uno fra tanti, praticati in seno alle diverse etnie che popolano il paese), il quale tradizionalmente aveva il potere di deposizione sul re del villaggio, mentre attualmente rappresenta lo strumento di promozione degli interessi politici ed economici della classe dirigente. Anche se oggi la Reformed Ogboni Fraternity non è più considerata un culto segreto, essa rappresenta comunque un modello per i culti dei giovani.
"I culti attualmente presenti nelle università nigeriane sono coinvolti in diverse attività criminose: omicidi, violenza carnale, estorsione, rapina e sequestro (...). Le modalità di reclutamento intrecciano riti iniziatici e torture fisiche di vario genere: gli iniziati devono assumere alcol e droghe in grande quantità, 'pozioni' ritenute in grado di dotare i membri di poteri sovrannaturali (...). Anche l'iniziazione delle donne ai culti femminili comprende pratiche molto brutali, come l'obbligo a sottostare consecutivamente a molteplici rapporti sessuali. Molte cultiste, inoltre, esercitano la prostituzione (...). Coloro che si avvicinano ai culti cercano legami forti, protezione, aiuto economico; talvolta sono giovani in difficoltà, con personalità fragili e facilmente raggirabili (...). I cultisti reclutano membri soprattutto tra le matricole, dipingendo le università come ambienti ostili".
1 commento:
Salve, sarei interessato alle fonti dell'articolo, soprattutto la parte citata alla fine. Grazie mille.
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