mercoledì 17 ottobre 2007

Torino: donna cinese gravemente sfruttata

I carabinieri, sotto copertura, sono penetrati in un appartamento dove si prostituiva una cittadina cinese di 39 anni. Gli sfruttatori, ancora una volta, erano una coppia mista: lui, italiano 65 anni, lei, cinese, 36 anni.
Ciò che colpisce di questo episodio sono le modalità di sfruttamento, che, così come riportate dai giornalisti in base alle indagini condotte dai carabinieri, sembrano essere particolarmente gravi ed ammontare al reato di servitù: "la donna, quando ancora viveva a Milano [il capoluogo lombardo si dimostra nuovamente essere il fulcro dell'attività criminale cinese], era stata contattata da una connazionale che le aveva proposto di trasferirsi nel torinese promettendole una casa e il 40% dei guadagni della sua attività di prostituzione. Promesse che però non sono mai state mantenute da quella che è diventata la sfruttatrice della ragazza che, non solo non riceveva nulla per il suo lavoro, ma era anche costretta a rimanere chiusa in casa senza poter mai uscire per non destare sospetti nei vicini".
Risulta complesso capire quali sono gli elementi che hanno influito sul mantenimento della soggezione. E' possibile che la donna fosse digiuna di conoscenze linguistiche e pratiche sul paese di soggiorno e si trovasse tanto disorientata da non vedere nella fuga un'alternativa possibile. In questo caso si pone l'impellenza di abbattere il muro che separa la società civile italiana da quella cinese (attraverso campagne di sensibilizzazione che trovino l'appoggio delle componenti più radicare della comunità cinese e il potenziamento dei contatti indoor della associazioni no profit).
Altrimenti, si potrebbe ipotizzare che sia stata assalita dalla paura di ritorsioni, ma - a parte casi estremamente isolati - la minaccia o la violenza non è diffusa nella comunità immigrata cinese. D'altra parte, la donna viveva da sola e solo occasionalmente la sfruttatrice si recava all'appartamento per riscuotere i soldi. Resta il fatto, inaccettabile, dello sfruttamento sessuale della donna.
Fonte: La Stampa

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