giovedì 31 luglio 2008

Un impero immobiliare tutto italiano


Giovedì mattina all'alba, nove appartamenti sono stati sequestrati da carabinieri e polizia giudiziaria nell'immobile ubicato via Faenza a Rimini, intestati a e utilizzati da un riminese 66enne. L'uomo è accusato di favoreggiamento della prostituzione per aver ceduto in affitto i locali con la consapevolezza dell'attività che veniva svolta al loro interno, con contratti di affitto "in nero" e senza comunicare di cessione fabbricato all'autorità competente. Il 66enne è accusato anche di aver favorito la permanenza sul territorio nazionale di cittadine extracomunitarie al fine di trarre ingiusto profitto. Le 11 donne straniere individuate - di nazionalità rumena, brasiliana e cinese - erano tutte regolari.

Fonti: RomagnaOggi.it, Newsrimini.it, Sanmarinotv.sm


lunedì 28 luglio 2008

Foggia: sfruttamento organizzato

Il gip di Trento ha individuato un sodalizio insorto in Italia per lo sfruttamento di prostituite provenienti dalla repubblica cinese. Le donne erano attratte con false promesse di lavoro. La prostituzione avveniva in appartamenti cittadini. Gli episodi riguardano un periodo che va da gennaio al luglio di quest'anno. Un episodio riguarda anche Foggia, dove in Via Santa Maria delle Neve 37, è stato indentificato un appartamento in cui si svolgeva l'illecita attività. Arrestata una donna cinese, con regolare permesso di soggiorno. Si tratta di Lihong Sun, di anni 40, perchè nel corso delle intercettazioni è emerso il suo ruolo di mediatrice della prostituzione. Gli arresti sono scattati in tutt'Italia, 7 sino ad ora le persone fermate.

Fonti: Il Grecale e TeleRadioErre


Milano: triplice giro di prostituzione


I Carabinieri di Milano hanno smascherato tre diversi giri di squillo che coinvolgevano donne cinesi, marocchine e italiane. L'operazione ha comportato il sequestro di cinque appartamenti, tre dei quali perchè affittati a clandestini, e l'arresto di tre persone: una cinese accusata di ricoprire il ruolo di maitresse e due marocchine senza permesso di soggiorno.

Il circuito cinese è stato scoperto perchè sugli annunci di alcuni giornali compariva ripetutamente lo stesso numero di telefono. Il giro era gestito da una donna cinese di 46 anni, Zhou Chunliu, che controllava due appartamenti in via Solari. La maitresse accoglieva i clienti, si faceva pagare anticipatamente e li indirizzava da una delle due ragazze disponibili, entrambe clandestine e appena maggiorenni. La donna è stata incastrata anche grazie a un registro nel quale, dal 2005, annotava la contabilità: nonostante l'esiguità delle tariffe (dagli 8 ai 30 euro per prestazione), la donna gestiva un volume d'affari mensile di quasi 10 mila euro per ragazza.

Grazie ad una segnalazione dell'associazione Lule è stato individuato il giro di squillo marocchine: tre giovani tra i 22 e i 32 anni esercitavano la professione in una fatiscente mansarda a Largo dei Gelsomini, alla presenza di un bambino di otto anni, figlio di una delle tre. L'appartamento, di proprietà di un’anziana 82enne italiana totalmente estranea ai fatti, era stato loro subaffittato da un'italiana di origine egiziana di 56 anni, denunciata per sfruttamento della prostituzione.

Contro le italiane, infine, si sono schierati i condomini del palazzo dove esercitavano la professione. L'operazione ha coinvolto un'italiana di 53 anni, che ha dichiarato di aver iniziato a prostituirsi nel 1982 dopo la morte del marito e di aver "risparmiato" in banca ben 450mila euro; proprietaria di cinque appartamenti, esercitava la professione insieme ad altre italiane di 65 e 55 anni e a un'albanese di 36 (quest'ultima ha dichiarato di aver messo da parte 250mila euro in quattro anni di attività). Le donne adescavano i clienti in strada. Le tariffe in questo caso erano elevate e raggiungevano i 300 euro, essendo i clienti studenti, professionisti.

Fonte: CronacaQui e AGI

mercoledì 23 luglio 2008

Fermo: infiltrazioni criminali

Due appartamenti a luci rosse sono stati scoperti a Lido Tre Archi e a Casabianca di Fermo. I locali erano stati presi regolarmente in affitto da un clan proveniente dal Nord Italia che poi vi faceva prostituire tre ragazze cinesi. I clienti pagavano da 20 euro per un massaggio fino a 70 euro per una prestazione sessuale. L'attività, in corso da maggio, fruttava agli sfruttatori circa 500 euro al giorno. Tre cinesi, due donne di 25 e 30, e un uomo di circa 40, tutti in regola con il permesso di soggiorno, sono accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Da successivi controlli, infatti, una delle ragazze è risultata clandestina ed è stata espulsa.

Fonte: Il Resto del Carlino




lunedì 21 luglio 2008

Porto Recanati: una baracca per due donne

A Santa Maria in Potenza, una donna italiana e una cinese avevano costruito con le proprie mani una baracca con tre materassi dove praticavano il meretricio. Sono state scoperte perchè la prima ha tentato di rubare il portafogli ad un cliente ed ha attirato l'attenzione dei carabinieri, che erano in perlustrazione della zona litoranea. La sua compagna, clandestina, è stata colpita dal provvedimento di espulsione.
In questo caso è interessante che un'immigrata cinese, evidentemente sganciata dal racket della propria etnia, abbia creato un "sodalizio" con una cittadina italiana, segno, tra l'altro, di una parziale "integrazione" della donna, per la cui determinazione ha prevalso l'appartenenza ad una "categoria professionale" piuttosto che a una nazionalità.

Fonte: Il Resto del Carlino

venerdì 18 luglio 2008

Rimini: la nuova prostituzione

Un modo discreto - in pieno stile cinese - di adescare i clienti: distribuire biglietti da visita lungo la spiaggia. La scusa è quella del massaggio. Al termine del servizio, il numero di telefono, senza nome, viene lasciato sotto l'ombrellone. O, in alternativa, una frase sussurrata all'orecchio, "continuiamo in una stanza privata". Tra tutte le ragazze cinesi che offrono massaggi lungo la spiaggia, poche sono quelle che si spingono tanto in là. Dimostrazione, comunque, della versatilità della prostituzione cinese.


Fonte: Il Resto del Carlino

martedì 15 luglio 2008

Un ddl schizofrenico

Venerdì il Consiglio dei Ministri esaminerà lo schema di disegno di legge proposto dai ministeri dell'Interno e delle Pari opportunità.

I punti della legge sono quattro:
  1. la prostituzione è vietata nei luoghi pubblici (qualsiasi) e in quelli aperti al pubblico (anche night). La sanzione prevista - valida sia per la prostituta, sia per il cliente - è una multa che varia dai 200 ai 3mila euro. In caso di reiterazione, la sanzione si trasforma in un arresto dai 5 ai 15 giorni e un'ammenda da 200 a mille euro. La spiegazione al provvedimento è che la prostituzione rappresenta un "allarme sociale". Chi affitta a prostitute a prezzi superiori a quelli di mercato è punito con l'arresto da due a sei anni e la multa da 250 a 10mila euro. E' fatta salva la protezione sociale di chi è costretta a prostituirsi. Abolito il reato di favoreggiamento della prostituzione;
  2. i condomini possono chiedere e ottenere provvedimenti d'urgenza contro «turbative create dalla prostituzione» e approvare delibere condominiali anti-squillo;
  3. chi compie atti sessuali con un minore tra 14 e 18 anni in cambio di denaro «o altra utilità anche non economica» viene recluso da sei mesi a tre anni e paga una multa non inferiore a seimila euro. Inoltre i minorenni stranieri privi di persone che esercitino la potestà genitoriale in Italia verranno riconsegnati alle autorità nazionali attraverso la proceduta del rimpatrio assistito (articolo 33, comma 2-bis, decreto legislativo 286/98);
  4. in caso di associazione per deliquere, le sanzioni vengono aumentate fino a due terzi per promotori e organizzatori e da un terzo a metà per gli altri partecipanti.
Bene l'abolizione del reato di favoreggiamento, che d'altra parte era diventato desueto, se si fa eccezione degli affittuari degli appartamenti. Da questo punto di vista, tuttavia, la legge ha definito un'altra fattispecie di reato. Sembra che i politici abbiano l'obiettivo di "nascondere" la prostituzione e di relegarla tra le mura di casa (l'adozione di affitti a prezzi di mercato faciliterebbe questo processo). In questo senso, la possibilità per i condomini di bandire le prostitute rischia di alterare questo obiettivo: si creeranno dei ghetti privi di controllo, le prostitute saranno messe nella condizione di usufruire di affitti in aree in cui già domina l'illegalità e la violenza è all'ordine del giorno. In poche parole, si allontana la prospettiva di un'inclusione sociale e di una soluzione del problema.

domenica 13 luglio 2008

Imprenditoria cinese


Gestiva un piccolo giro di prostituzione nel Cesenate, che gli consentiva di vivere comodamente e senza problemi economici. Il "business", però, si è bruscamente interrotto per Liang Jixiang, cittadino cinese 45enne da tempo residente a Gatteo e ufficialmente noto come operaio, arrestato dalla Squadra Mobile di Forlì su ordinanza del pm Michele Leoni. L'uomo aveva preso in affitto due appartamenti in zona stadio a Cesena e vi faceva prostituire tre donne, tra cui la moglie.
Oltre alla consorte 40enne, anch'ella di nazionalità cinese, nei due locali vendevano il proprio corpo anche due ragazze, una delle quali risultata non in regola con il permesso di soggiorno. Un dettaglio di poco conto, questo, per i clienti delle tre prostitute, che venivano attirati con annunci su riviste e mezzi d'informazione locale.
Numerosi erano i clienti delle due ‘case chiuse', prevalentemente di nazionalità italiana ma anche stranieri. Un giro d'affari piuttosto ampio se si considera che ogni prestazione veniva fornita ad un costo di 60 euro, una cifra ritenuta ‘concorrenziale' sul mercato del sesso a pagamento.
Il cinese che gestiva il giro di prostituzione è stato arrestato venerdì a Senigallia, in provincia di Ancona, mentre stava per prendere in affitto un altro appartamento, gli inquirenti ritengono per ampliare la propria attività.
La polizia ha anche sequestarto 1.600 euro in contanti, un'agenda telefonica ricca di numeri di telefoni e appunti, materiale utile agli inquirenti per appurare fino in fondo l'entità del ‘giro'. A testimoniare la possibilità che la vicenda possa assumere dimensioni più ampie, il ritrovamento di alcuni biglietti ferroviari riferiti a La Spezia, Bologna e Cesena. L'ipotesi, dunque, è che quello scoperto a Cesena possa essere solo un punto di una rete ben più vasta.


Fonte: RomagnaOggi