lunedì 30 giugno 2008

Cuneo: giro di prostituzione cinese

Due alloggi sono stati sequestrati e una maitresse arrestata a Cuneo.
La Polizia Tributaria della Guardia di Finanza ha svolto le indagini a partire dai numeri di telefono che apparivano sugli annunci pubblicati sui giornali e on-line. Messi sotto intercettazione i clienti, li hanno convocati e interrogati. Le investigazioni sono durate 5 mesi.
Uno dei due appartamenti, nominalmente un centro benessere, era intestato a e gestito da una donna cinese, arrestata con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. L'altro appartamento era affittato dall'uomo accusato dell'omicidio della prostituta cinese perpetrato a Milano qualche settimana fae attualmente detenuto a San Vittore. I due immobili erano collegati da un via vai di ragazze cinesi che si sposatavano da uno all'altro e che sono state espulse perchè irregolari.
Sembra che nel giro siano coinvolte altre due donne cinesi e un italiano.
I proventi dei giro sono stati versati su ben 4 conti correnti.

Fonte: CuneoCronaca.it

lunedì 23 giugno 2008

Empoli: coppia italo-cinese sfrutta ragazza

Un italiano di 37 anni e' stato denunciato dai carabinieri di Empoli per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. L'uomo aveva allestito una casa d'appuntamenti nel centro cittadino, in via Ridolfi, dove insieme ad una cinese, ancora da identificare, aveva avviato alla prostituzione una giovane clandestina, sua connazionale. I carabinieri hanno scoperto anche un tariffario per cui su ogni 50 euro ricevuti dalla giovane prostituta, 30 dovevano essere versati all'italiano e alla sua complice. L'appartamento e' stato sequestrato, mentre la prostituta, come clandestina, sara' espulsa dal territorio nazionale


Fonte: Toscana TV


venerdì 20 giugno 2008

Roma: la clandestinità non ha quartiere

Era clandestina la 45enne, di nazionalità cinese, sottoposta ad arresto per aver violato la legge sull'immigrazione. Esercitava l'attività di prostituta, che - per le relazioni pubbliche che comporta - non l'ha certo protetta dall'incursione dei carabinieri.

In base al decreto sicurezza recentemente approvato, è stata denunciata la coppia di romani che avevano dato in affitto il locale alla donna.

Fonte: ParmaOK.it

giovedì 12 giugno 2008

Emilia Romagna: l'imprenditoria sessuale si fa strada

Gestivano tre case di appuntamenti, due a Bologna e una a Reggio Emilia, in cui lavoravano in maniera consenziente sei loro connazionali clandestine. Ma i due cinesi arrestati dalla Squadra Mobile di Bologna si stavano preparando ad aprire altre case in cui far prostituire altre ragazze.

In manette per sfruttamento della prostituzione continuato e in concorso sono finiti un cinese di 51 anni clandestino, Zhan Dong Jin, detto Da Ge che in cinese significa Grande Fratello e Lingzhi Jin, cinese di 45 anni, regolare. L'operazione, coordinata dal pm della Dda di Bologna Elisabetta Melotti, è cominciata verso la fine di gennaio e sarebbe partita dallo spulcio di alcuni annunci in cui venivano pubblicizzate le prestazioni sessuali di ragazze cinesi.

Nel giro di 4 mesi gli agenti hanno individuato le abitazionie i due cinesi che le gestivano. Sei le prostitute identificate, e ora a disposizione dell'ufficio immigrazione, ma secondo gli investigatori erano molte di più. Mediamente ogni casa fruttava 400 euro al giorno: il 40% dell'incasso andava alle ragazze e il resto ai due sfruttatori che gestivano l'attività provvedendo a fornire tutto il necessario alle prostitute.

I due arrestati, ha accertato la Squadra Mobile, non si limitavano a gestire le connazionali, ma usavano anche avviare l'attività di una casa di appuntamenti per poi venderla ad altri aspiranti 'imprenditori' del settore. Un appartamento a luci rosse era chiamato in gergo 'negozio' e poteva fruttare in caso di vendita 6.500 euro. Da Ge stava dietro ai conti mentre la sua socia gestiva le ragazze, firmava i contratti di affitto e metteva gli annunci sui giornali.

Le tre case in loro uso erano una in zona Corticella, una in via Murri e una nei pressi della stazione ferroviaria di Reggio Emilia. La donna viveva in zona Corticella mentre il suo socio abitava a Reggio Emilia. In ogni appartamento vivevano e 'lavoravano' due ragazze. Per far fruttare al meglio l'attività, i due sfruttatori cercavano sistemi per fidelizzare i clienti, tra questi erano previsti pure degli sconti sulle prestazioni.




Fonte: Il Resto del Carlino


La notte a Milano dagli occhi della Santanchè

La Santanché ha trovato la soluzione per la prostituzione in Italia: dopo aver dichiarato che nessuna legge, dall'art. 18 sulla protezione sociale alla Bossi-Fini, è mai stata applicata, la free-rider ha dichiarato che il miglior modo per proteggere le donne vittime di tratta e per evitare i morti delle carrette del Mediterraneo è espellere i clandestini... perchè gli attori del racket saprebbero che "non c'è trippa per gatti".

Confronto tra Santanchè ad Adelina (ex vittima della tratta)

Intervista alla Santanché

Intervista a una lucciola, n°1

Intervista a una lucciola, n° 2



mercoledì 11 giugno 2008

Il non sense dell'espulsione

Forse il dibattito dei giorni scorsi sul provvedimento di espulsione delle prostitute è stato preso troppo sul serio. Agli occhi di chi con le prostitute o le prostituite lavora quotidianamente, l'espulsione è un provvedimento che manca completamente l'obiettivo e rivela un senso della realtà assai scarso da parte dei nostri rappresentanti.

Il comunicato stampa del Gruppo Abele chiarisce quelli che dovrebbero essere i punti fermi del nostro ordinamento e della nostra morale.


Foglio di via per le donne prostitute e prostituite?


No perché così non si potrà che peggiorare la condizione per le donne che si prostituiscono, italiane e straniere. Si affosserà la lotta alla tratta degli esseri umani e si riempiranno i Cpt di persone che con la delinquenza non hanno niente a che fare.
Ma no anche perché:
1 – Il ministero dell’Interno, nella precedente legislatura, attraverso un’apposita Commissione istituita proprio sul tema della prostituzione (con la partecipazione di altri ministeri, tra cui quello della Giustizia, enti e associazioni) ha sottolineato che:
- la prostituzione non è un problema di ordine pubblico, non ci sono reati commessi da prostitute ai danni di terzi;
- i reati connessi alla prostituzione riguardano lo sfruttamento della stessa e in particolare la tratta di esseri umani e in questo caso le prostitute sono vittime e non ree;
- le leggi per contrastare la prostituzione forzata e lo sfruttamento ci sono e sono BUONE leggi anche se, ha rilevato la commissione, non sempre sono applicate al meglio e in modo uniforme sul territorio nazionale.
2 – I grandi numeri della prostituzione su strada e al chiuso riguardano per lo più (oltre il 70%) la prostituzione forzata di donne, in particolare migranti, legate a forme di tratta.
3 – I risultati dei rimpatri obbligatori (in seguito a retate, inserimento in CPT e altro) hanno avuto come conseguenza i ritorni delle donne “rimpatriate” oberate da un maggiore debito verso le organizzazioni criminali. In altre parole, le donne ritornano con un debito aumentato per far fronte al “doppio” viaggio.
4 – Il foglio di via, come altri interventi già attuati in forma estemporanea, si limita a spostare il “problema” da un luogo all’altro (dalla città alla periferia, dalla strada ai condomini) senza risolverlo. Col risultato di rendere più arduo il contatto con le donne trafficate per informarle delle opportunità dell’articolo 18, per fare prevenzione sanitaria ecc…

Cosa fare allora?

1 – Applicare le BUONE leggi che abbiamo. La legge Merlin, l’art.18 TU immigrazione, e la legge sulla tratta (228/2003) e aumentare il contrasto alle varie forme di sfruttamento e traffico di esseri umani. La tratta oggi coinvolge donne, uomini e bambini. E’ collegata a traffico di droga e di armi. E’ collegata a corruzione e traffici illegali di ogni tipo. Deve essere chiaro che le donne sono solo vittime. Vittime da aiutare, ma anche persone che possono fornire elementi preziosi – come precisa dalla Direzione Nazionale Antimafia – per contrastare il fenomeno.
Su questo campo oggi c’è ancora poco investimento, nonostante alcune lodevoli eccezioni. Lo sforzo deve essere contro lo sfruttamento e la tratta e non contro le vittime.
2 – Evitare la prostituzione in alcuni luoghi. Si può prevedere (come era stato già ipotizzato in sede di ministero dell’Interno) di vietare l’esercizio della prostituzione nei pressi di luoghi di culto e di scuole.
3 – Gestire le situazione problematiche con interventi di mediazione dei conflitti, coinvolgendo chi già opera sul tema. Dove ciò è avvenuto il “problema è stato gestito ed è rientrato.
4 – Fornire strumenti di inserimento lavorativo per le donne, italiane e migranti. E’ stato lo strumento messo in campo dalla legge Merlin assieme all’eliminazione della schedatura. Strumento che ha permesso a migliaia di donne di cambiare vita. Di fronte a possibilità di altri lavori la maggior parte delle donne sceglie di non prostituirsi.

Alcune considerazioni rispetto alla “questione morale”…
- Il problema del “decoro” può essere affrontato attraverso interventi di mediazione dei conflitti. Senza dimenticare però che l’esibizione volgare e mercantile del corpo femminile viene proposta costantemente in altri ambiti (televisione, pubblicità) senza suscitare uguale sdegno.
- La vera questione morale relativa alla prostituzione è lo scandaloso divario economico tra nord e sud del mondo, tra paesi ricchi e paesi poveri.
Un divario che pone in evidenza il valore/disvalore del denaro. Da un lato c’è chi “si vende” per dare un futuro a se stesso e alla propria famiglia, dall’altro chi usa il proprio denaro per comprare persone come fossero una merce qualsiasi.
-E’ ipocrita fermarci all’offerta, in termini numerici minoritaria, trascurando la domanda. I clienti delle prostitute sono uomini di tutte le età e di tutti gli strati sociali. Le ricerche e le rilevazioni sul campo concordano su due dati: il 70% sono uomini sposati, la percentuale maggiore ha un livello scolastico medio alto.
Anche per loro crediamo non sia opportuno criminalizzare (arrivando a schedature, sanzioni amministrative). Ma è necessaria una seria e profonda riflessione sulle ragioni di questa forte domanda mercenaria di sessualità.

Luigi Ciotti
presidente del “Gruppo Abele” e di “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie”

lunedì 9 giugno 2008

Genova: le cinesi arrivano nei quartieri ricchi

Ma c'è veramente da scandalizzarsi?



Una donna cinese, con la cittadinanza italiana, esercita il meretricio in un palazzo signorile di Albaro, un quartiere chic di Genova e il suo vicino di casa appende un lenzuolo con scritto "Albaro, uomini, vergognatevi". I carabinieri, chiamati in causa, riescono a denunciare la donna solo per il furto del lenzuolo - che viene presto riappeso.

La reazione dei cittadini è preoccupata, perchè per loro prostituzione vuol dire degrado, pericolo e la distanza verso lo spaccio di droga e di armi diventa minima. Ma la donna esercita la prostituzione in modo autonomo e non c'è ragione per pensare che il circuito criminale si estenda. Tutt'al più è comprensibile il fastidio provocato dal via vai dei clienti, che d'altronde è come in uno studio dentistico, per esempio. Allora se proprio vogliamo preservare il prestigio di alcuni quartieri facciamo in modo di registrare le attività delle prostitute come libere professioni e in alcuni palazzi, come sono vietati gli studi medici, saranno vietati anche gli appartamenti a luci rosse.

Fonte: Il Secolo XIX

mercoledì 4 giugno 2008

Prato: prime persecuzioni per chi affitta a clandestini

La polizia di Prato ha scoperto una casa di appuntamenti al pian terreno del civico 69 di via Marini a Prato dove alloggiavano due prostitute cinesi irregolari di 45 e 49 anni.
Una delle due e' stata arrestata perchè inottemperante a ordine di espulsione emesso nel 2007 dalla questura di Brindisi. In corso ulteriori accertamenti sulla prorietà dell'immobile, formalmente dato in affitto ad un cinese, per verificare eventuali responsabilità nella vicenda anche sulla base del decreto Maroni appena approvato.


Fonte: Toscana TV

Pinerolo (TO): storie di prostituzione

I carabinieri continuano i loro blitz negli appartamenti a luci rosse. Gli annunci sui giornali locali sono diventati dei "cavalli di Troia", le prostitute non sono in grado di capire chi sono i clienti reali e chi carabinieri in borghese. Così a Pinerolo è stata arrestata una donna cinese di 40 anni, clandestina, che non aveva ottemperato ad un precedente ordine di espulsione emanato dal questore di Torino.

L'intervento delle forze dell'ordine sembra seguire la pista aperta a Pinerolo nel dicembre dell'anno scorso, quando era stata trovata una giovane prostituta cinese che viveva e lavorava nella stessa stanza (affittata da un italiano) e aveva denunciato due sue connazionali per sfruttamento della prostituzione, svelando un giro di prostituzione che interessava tutto il Nord Italia.

Viene solo da chiedersi: qual è la differenza tra la prima e la seconda storia? La prima donna non ha voluto denunciare e la seconda sì? La prima non merita protezione solo perchè era clandestina?

Fonte: Eco del Chisone



Profilo di uno sfruttatore

Nella mattinata di ieri (20/05/2008), nella città di Milano, personale del Commissariato di P.S. di Ostuni in collaborazione con i colleghi del Commissariato “Garibaldi-Venezia” della Questura di Milano, traeva in arresto il cittadino cinese REN Lianhe (nato a Liaoning- Cina- il 23.01.1968) in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Brindisi – Sezione G.I.P.- per reclutamento, induzione e sfruttamento della prostituzione di più persone. Le indagini hanno avuto inizio alla fine dell’anno 2005 a seguito dell’accertamento della presenza di due donne di nazionalità cinese dedite alla prostituzione all’interno di una abitazione sita in questo centro. Ne nasceva una complessa attività di indagine che permetteva di risalire ad un uomo cinese, poi identificato in Ren Lianhe, il quale aveva la “gestione” delle due donne dedite all’attività di meretricio. Dalle successive operazioni di captazione telefonica, si appurava che il suddetto si attivava per reperire alloggi in questo centro, reclutando cittadine di nazionalità cinese ed inducendole alla prostituzione mediante annunci pubblicati su quotidiani locali e comunque favoriva e sfruttava la prostituzione delle stesse locando per loro conto delle abitazione e percependo una percentuale sui loro proventi illeciti. A seguito di dettagliata informativa di questo Ufficio, corroborata da attività fotografica, video ed osservazione, veniva emessa pertanto nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Tribunale di Brindisi. Le operazioni di ricerca sul territorio nazionale, sortivano momentaneamente esito infruttuoso sino alla mattinata di ieri, allorquando, avvalendosi della captazione telefonica, veniva localizzato nella città di Milano intento a reiterare la sua attività criminosa con lo stesso modus operandi. Tempestivamente veniva attivata coordinata attività di Polizia Giudiziaria col personale del Commissariato “Garibaldi-Venezia” della Questura di Milano che permetteva di pervenire all’arresto del predetto, sebbene lo stesso al momento del controllo esibiva falsi documenti di identità tentando di ingannare gli operanti al fine di sfuggire alla cattura. Il REN Lianhe, non nuovo a tale tipologia di reato, già in precedenza è stato attinto da ordinanza di custodia cautelare in carcere e decreto di latitanza del Tribunale di Lecce.
Iniziano ad aumentare - almeno dalle notizia della stampa - i casi di sfruttamento sessuale di donne cinesi da parte di uomini, in controtendenza alla modalità finora riscontrata. Di rilievo il fatto che l'uomo, in questo caso, sia del Liaoning, regione in crisi da cui proviene gran parte delle prostitute cinesi che lavorano in Italia. Sarà necessario rivedere il ruolo della comunità cinese dello Zhejiang, finora sospettati di essere i grandi manovratori di questo traffico?

Fonte: Brundisium.net