martedì 13 maggio 2008

Milano: omicidio di una prostituta cinese

Un cinese è stato fermato, sabato notte, con l'accusa di aver ucciso la prostituta di 46 anni, Li Yang, sua connazionale, trovata morta, strozzata, in un appartamento di via Cagliero, a Milano, lo scorso 5 maggio. Le indagini sono state condotte dalla squadra Mobile della Questura di Milano e coordinate dal pm Letizia Mannella.
L'uomo Junlai Chai, 44 anni, ha confessato davanti al magistrato, che lo ha interrogato nella notte. Si tratterebbe di uno sfruttatore. Secondo la confessione, l'omicidio è avvenuto nella tarda serata del giorno precedente ed è stato l'epilogo di una lite tra i due. L'uomo ha detto di aver litigato per la spesa, «poi ci siamo presi a schiaffi, lei è diventata violenta e io ho perso la testa».
A portare sulle tracce dell'assassino è stato in particolare uno straniero regolare, che però non è un cinese, che aveva instaurato un rapporto sentimentale stretto con la donna. Il cinese fermato già nel 2006 era stato accusato di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'uomo da qualche anno esercitava lo sfruttamento della prostituzione cinese affittando gli appartamenti nei quali far lavorare le prostitute e mettendo avvisi sui giornali con cui si offrivano massaggi a pagamento.


Fonte: Il Tempo



Un cinese è stato fermato, la scorsa notte, con l'accusa di aver ucciso la prostituta di 46 anni, Li Yang, sua connazionale, trovata morta, strozzata, in un appartamento di via Cagliero, a Milano, lo scorso 5 maggio. Le indagini sono state condotte dalla squadra Mobile della Questura di Milano e coordinate dal pm Letizia Mannella. L'uomo ha confessato davanti al magistrato, che lo ha interrogato nel corso della notte. Si tratterebbe di uno sfruttatore.

Il presunto colpevole è Junlai Chai ed ha 44 anni. Secondo la confessione, l'omicidio è avvenuto nella tarda serata del giorno precedente ed è stato l'epilogo di una lite tra i due. L'uomo ha detto di aver litigato per la spesa, «poi ci siamo presi a schiaffi, lei è diventata violenta e io ho perso la testa». A portare sulle tracce dell'assassino inquirenti e investigatori è stato in particolare uno straniero regolare, che però non appartiene alla comunità cinese, che aveva instaurato un rapporto sentimentale stretto con la donna.

Oltre alla testimonianza di questa persona, gli uomini della squadra mobile, guidati da Francesco Messina e coordinati dal pm Letizia Mannella, hanno svolto una serie di accertamenti sul passato della prostituta che esercitava la propria attività in via Teano. Il cinese fermato è destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Verbania nel 2006 per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Secondo gli accertamenti l'uomo da qualche anno esercitava l'attività di sfruttamento della prostituzione cinese con «le modalità classiche», come ha spiegato Messina, cioè affittando gli appartamenti nei quali far lavorare le prostitute e mettendo avvisi sui giornali con cui si offrivano massaggi a pagamento.

Le indagini, coordinate dal pm milanese Letizia Mannella e condotte dagli agenti della Squadra Mobile, hanno permesso di arrivare all'assassino dopo una serrata attività investigativa di tipo tradizionale: accertamenti sul passato della donna (si prostituiva tra via Tonale e l'abitazione dove è stata assassinata), pedinamenti e interrogatori di chi la conosceva. Tra queste un uomo, uno straniero regolare e senza alcun precedente, che da alcuni mesi aveva un rapporto d'amicizia molto stretto con la vittima e che ha fornito indicazioni preziose.

Indicazioni che hanno portato al fermo del cinese che poi è risultato anche destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata nel 2006 dal gip di Vebania per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Dagli accertamenti, inoltre, è emerso che Junlai Chai, irregolare, da circa due anni aveva messo in piedi una rete di squillo tra Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna: prendeva in affitto appartamenti e offriva massaggi attraverso inserzioni sui giornali «secondo la classica modalità dello sfruttamento della prostituzione cinese», ha spiegato Francesco Messina, capo della Squadra Mobile di Milano.

L'uomo, accusato di omicidio, ieri sera davanti al pm Mannella, dopo le iniziali contestazioni, ha confessato. Ha detto di aver strozzato la donna il giorno prima del suo ritrovamento, cioè la sera del 4 maggio: «Abbiamo litigato - ha detto in sintesi - perchè non le portavo a casa la spesa, poi abbiamo cominciato a prenderci a schiaffi, lei è diventata violenta e io ho perso la testa». E di quella lite violenta, ieri, sulle braccia dello sfruttatore si notavano ancora i segni: i graffi e i solchi lasciati sulla pelle dalle unghie della donna che si sarebbe difesa in modo energico prima di essere strangolata. Secondo il cinese non ci sarebbe stata quindi premeditazione. La sua versione, in particolare sul punto che la discussione era nata per le proteste della vittima che non vedeva soddisfatte le sue necessità, lascia perplessi gli inquirenti e gli investigatori che pensano invece a una questione di tipo economico sorta tra prostituta e sfruttatore. Il pm domani inoltrerà al gip la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere.

Fonte: CronacaQui.it



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